Torino, lavori Metro 2 confermati in prima metà 2026. Imprese piemontesi fanno network

La metro 2 di Torino, progetto fondamentale per la mobilità cittadina e opportunità di crescita per le imprese del territorio. I benefici della seconda linea della metropolitana, che dovrebbe essere pronta per il 2032/2033, come confermato dal Commissario straordinario Bernardino Chiaia, non saranno solo diretti ma influiranno sul futuro dell’intera comunità. Sono quindi oltre 170 le imprese piemontesi, oltre ad alcuni grandi player internazionali, che si sono presentate all’evento ‘Opportunità per l’economia del territorio’, organizzato da Unione Industriali Torino, Confindustria Piemonte, Ance Torino in collaborazione con la stazione appaltante Infra.To per illustrare non solo le ricadute economiche generate dalla fase di realizzazione delle opere di costruzione e allestimento, ma anche dalla conversione di vaste aree nei quartieri interessati dal tracciato. A partire dalla zona Nord, quella di Barriera di Milano, da cui si è deciso di far partire i lavori “per una precisa volontà politica”, come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Paolo Mazzoleni. Lavori che presumibilmente partiranno nella prima metà del 2026.

Di fatto, il cronoprogramma, dopo la nomina del commissario straordinario da parte del Governo, prosegue verso la realizzazione: a luglio Infra.To ha bandito la prima gara per le prestazioni di supporto al project management dell’opera. A breve, ha illustrato Chiaia, “ci sarà sicuramente l’avviamento dei monitoraggi ambientali e strutturali nonché la scelta di un art director, di un’architettura di coordinamento dell’intervento”. Poi, partiranno le procedure più importanti, cioè la scelta del treno e del sistema e la gara delle opere civili. “Nel 2025 sicuramente appalteremo il sistema e i treni. E avvieremo la gara delle opere civili. Potrebbe anche essere che entro il 2025 si chiudano anche le procedure delle gare civili”, ha ipotizzato il commissario confermando comunque la partenza dei cantieri “nella prima metà del 2026 per chiudersi a fine del 2032″.

Dopo la rimodulazione del tracciato  dopo i tagli,  a causa del rincaro dei materiali – che ha fatto aumentare i costi del +36% – il primo lotto funzionale andrà da Rebaudengo a Porta Nuova. Rimandate in attesa di ulteriori stanziamenti le successive due fermate, Pastrengo e Politecnico. Ma su quest’ultimo punto Chiaia si è dimostrato ottimista. “Al momento ci sono 1,8 miliardi per realizzare la linea 2 da Rebaudengo a Porta Nuova ma il sentiment, anche a Roma nel ministero, è che in ogni caso verso il 2027-2028 con la chiusura dei progetti Pnrr e quindi con una definizione dei resti e delle opere che non partiranno ci potrà essere questa possibilità, di avere questo mezzo miliardo mancante per arrivare al Politecnico”. In totale, comunque, “si tratta di oltre 2 miliardi di euro, che però dovranno essere divisi su due grandi voci di spesa: treni e sistema di gestione dei treni (circa 450 milioni) e il resto per le opere civili, le stazioni, gli impianti non di trazione e così via”, ha aggiunto. Per questo, l’incontro con le imprese “è volto anche a stimolare qualche idea nuova. Siccome le tecnologie cambiano molto velocemente e aspetti quali la manutenzione, l’obsolescenza tecnologica, la diagnostica dei sistemi sono aspetti nuovi che tipicamente non venivano considerati nelle procedure di appalto e di forniture precedenti ci aspettiamo che ci sia qualche proposta tecnologica e di innovazione anche da questo territorio piemontese”.

Un’opportunità non solo per le grandi imprese, si auspica il presidente degli industriali torinese, Marco Gay.Deve essere un volano anche per le piccole, per le medie imprese e per le start up”, ha ribadito. “L’incontro con la stazione appaltante InfraTo è centrale perché mette in connessione la domanda con l’offerta che ne può derivare e anche perché la seconda linea della metropolitana diventi un successo per il coinvolgimento che si può dare al tessuto imprenditoriale industriale e ai giovani di questo territorio”. Per Antonio Mattio, Presidente Ance Torino, non si tratta solo di un appalto di lavori pubblici, con ricadute e benefici diretti per le imprese esecutrici, “ma è una scintilla per avviare il rilancio dell’attività economica di Torino e che auspichiamo possa avere un effetto positivo per le imprese del territorio”. A tal proposito, Ance Torino si auspica che nelle gare, nel pieno rispetto della normativa, “vengano tenute in conto le imprese locali, modulando ad esempio questo intervento e quelli che verranno in lotti funzionali, che tengano distinte le attività tipicamente edili rispetto a quelle relative alla trasportistica, all’armamento ferroviario e alle relative tecnologie”.

Valentina Innocente

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