Al G7 Salvini in pressing su Ue per salvare auto: “Siamo circondati da cinesi”

(Photo credit: MIT)

Al G7 dei trasporti in corso a Milano, il ministro Matteo Salvini alza il volume su auto, nucleare e grandi opere. “Sacrosanto parlare coi cinesi. Spero di andare presto in Cina, avere buoni rapporti è fondamentale”, ma “distruggere un settore produttivo e imprenditoriale come quello dell’auto per l’ideologia di sinistra, per cui bisogna andare tutti in giro a piedi, a cavallo o in monopattino è spalancare le porte di casa nostra alle moto e alle macchine cinesi, che hanno prezzi fuori mercato rispetto ai nostri, perché non ci sono le normative sindacali e ambientali. E’ una follia, l’Europa dovrà ripensare a questa marcia ideologica”, sottolinea il vicepremier a margine dell’evento.

Non va giù al segretario leghista anche che la nuova Alfa Romeo ‘Milano’ sia prodotta in Polonia. “Che dia lavoro a operai, a terzisti, a piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio, di questa azienda. La gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai e di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà”, continua Salvini, che aggiunge: “Io tifo sempre italiano però a Mirafiori e non solo, dove gli operai sono in cassa integrazione, è rimasto ben poco di italiano. Sono un liberale e per il libero mercato però faremo tutto il possibile per evitare… non so se avete visto che alle spalle del Duomo c’è un marchio cinese… per evitare che ormai siamo circondati”. Il riferimento è alla vetrina del concessionario Byd, gruppo cinese leader mondiale nelle auto elettriche, proprio dietro al duomo meneghino. Il concetto, Salvini, lo rimarca anche in apertura della prima sessione di lavoro ‘Futuro della Mobilità’ all’interno del G7 Trasporti, sottolineando le responsabilità dell’Europa che mette al bando i motori tradizionali aiutando la produzione cinese.

Il vicepremier ribadisce anche il suo ‘sì’ al nucleare. “L’unico modo per abbassare le bollette è prevedere anche il nucleare, ormai assolutamente pulito e sicuro. Ci sono aziende italiane che stanno lavorando in Europa e noi diciamo di no… Ci sono 400 centrali funzionanti nel mondo, siamo circondati e le nostre imprese non possono pagare di più”, dice a margine dei lavori. Il tema è, aggiunge Salvini, che “troppi ‘no’ frenano lo sviluppo. Per ogni opera pubblica, in Italia spunta qualche comitato del No. Per questo, negli ultimi anni è stato difficile investire”. Parlando ai colleghi ministri, puntualizza inoltre che proprio questi comitati “ritengono le nuove infrastrutture inutili, obsolete, dannose per l’ambiente. E il giudizio non cambia nemmeno per infrastrutture strategiche come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina che invece avranno effetti positivi a cascata”. La tragedia alla centrale idroelettrica di Suviana? Bisogna “capire chi eventualmente ha sbagliato” ma pure in questo caso – conclude – non vorrei “che qualcuno mettesse in discussione anche l’idroelettrico”.

Elena Fois

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