“L’Europa e l’Italia si riscoprono esposte alla dipendenza energetica da quelle aree dove, con ciclicità di 5 o 10 anni, si presentano crisi militari che mettono a repentaglio le esportazioni di petrolio e gas, le fonti che contano ancora per il 60% dei nostri consumi di energia”. Lo scrive Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, su La Stampa. Tabarelli fa un excursus sulle crisi del passato per arrivare a questa considerazione: “Allora l’Iran produceva 6 milioni barili giorno e voleva superare l’Arabia Saudita con 10 milioni; oggi, invece, è sotto i 3 milioni. Le entrate da petrolio dell’Iran, come di tutti i paesi Opec, erano esplose dopo lo choc innescato dalla crisi dell’ottobre del 1973; e il cerchio è chiuso. Mezzo secolo dopo, l’oro nero è sempre fonte di ricchezza che consolida le autocrazie e il sangue che scorre nel Medio Oriente è sempre un po’ sporco di petrolio, quello che compriamo anche noi”.
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