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Stellantis a lavoro per infrastruttura ricarica ‘fast’: focus sul Sud Europa

La strada ormai è tracciata: stop alle auto a combustione nel 2035. Una scadenza che appare lontana, ma che in verità è vicinissima. E che si scontra ancora con le difficoltà di diffusione dei veicoli elettrici. Un tema complicato, ma strettamente connesso con la situazione dell’infrastruttura di ricarica, al momento in Italia ancora piuttosto indietro. Ma se il percorso è questo, sono le stesse case automobilistiche che devono iniziare a pensare e progettare un sistema maggiormente diffuso per invogliare i clienti ad un cambio radicale del paradigma della mobilità. Capofila in questo tipo di ideazione è Stellantis che, soprattutto sull’Italia, fra i Paesi più indietro a livello di infrastruttura di ricarica, ha già progetti e lavori in atto.

PROGETTO ATLANTE

Stellantis, in collaborazione con i partner NHOA e Free2Move eSolutions, intende creare la più grande rete europea di ricarica ‘fast’ per veicoli elettrici, completamente integrata con la rete, alimentata con energia da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Il progetto, annunciato durante l’EV Day del luglio 2021, e con applicazioni in Italia, Francia, Spagna e Portogallo, aveva un timing molto preciso e quei target rimangono validi. Più di 35mila punti ricarica tutti fast entro il 2030, con una soglia intermedia di 5mila punti entro il 2025. Un obiettivo ambizioso, con una accelerazione impressionante negli ultimi cinque anni. Il motivo lo spiega a GEA Gabriele Catacchio, Head of Global e- Mobility Communication di Stellantis: “La presenza di stazioni di ricarica prevede un investimento non da poco. Dove ci sono auto che possono generare revenue ricaricandosi alle colonnine tutto diventa più semplice, e questo succederà in prospettiva proprio dal 2025 in avanti. Inoltre, è anche un modo di seguire l’andamento delle istituzioni. Sappiamo che con il nuovo piano Fit for 55 sono stati dichiarati investimenti per installare colonnine fast ogni 60 km in autostrada. Laddove le istituzioni aiutano le aziende che investono in infrastrutture di ricarica, questo permette di accelerare il piano. E prevediamo che avverrà proprio in quegli anni”. Intanto, però, il progetto va avanti con 700 punti di ricarica già individuati che saranno operativi fra fine anno e inizio prossimo, per la maggior parte in Italia.

PUNTI DI RICARICA NELLE STAZIONI

Specificamente per l’Italia, Stellantis, insieme a TheF Charging, ha stretto un accordo con il Gruppo FS Italiane tramite Metropark, la società controllata che gestisce i parcheggi nelle principali stazioni ferroviarie italiane. L’accordo è finalizzato a favorire la diffusione di una mobilità più sostenibile, beneficiando anche dell’intermodalità fra rotaia e gomma. L’intesa prevede l’installazione di 600 punti di ricarica per veicoli elettrici in 50 parcheggi Metropark presso le stazioni diffuse sul territorio italiano. Il network di ricarica sarà disponibile per tutti i veicoli elettrici con vantaggi esclusivi per i possessori di veicoli Stellantis e sarà alimentato da energia 100% rinnovabile. Anche qui, la timeline è rispettata. “Entro fine anno ci saranno sicuramente le prime colonnine attive. Cercheremo ovviamente di coprire una buona percentuale di quelle 50 stazioni già nel 2022, partendo da quelle di maggiore interesse”, spiega Catacchio. La scelta delle stazioni non è casuale, vista la loro posizione strategica. “L’idea è che si arrivi in stazione con l’auto elettrica e la si metta in carica, poi si prenda il treno. In alcune stazioni di arrivo è poi possibile noleggiare un’auto elettrica tramite i nostri Leasys Mobility Store. E poi, al rientro dal viaggio, riprendo il mio mezzo completamente carico. Così diventa un viaggio 100% elettrico”. Il progetto riguarda solo l’Italia, ma da Stellantis non escludono accordi simili anche all’estero. Magari non solo nelle stazioni, ma in altri luoghi strategici: ospedali, aeroporti, grandi magazzini.

IL FUTURO E LE PROSPETTIVE

Il focus di Stellantis, al momento, è il Sud Europa, con l’Italia in cima ai pensieri. Non solo perché è un mercato importante per il Gruppo, ma perché a livello di infrastruttura di ricarica è un po’ indietro. “In Olanda – snocciola i dati Catacchio – ci sono circa 120mila punti di ricarica per 400mila auto elettriche, in Italia per 300mila auto ci sono 30mila punti di ricarica. Non c’è storia. Installare colonnine nel Sud Europa è importante perché è dove al momento manca l’infrastruttura”. Soprattutto in ottica di ricarica fast, che in Italia è solo al 10%, “ma i clienti la preferiscono, soprattutto nel pubblico”. Le prospettive di Stellantis, quindi, sono chiare. Entro il 2030 solo veicoli BEV in Europa. Quindi, “a livello infrastruttura ci aspettiamo che ci sia un trend analogo e lavoriamo con i nostri partner per permettere che in questa transizione vengano offerte soluzioni di ricarica completamente customizzabili per i clienti”. E così, chi vorrà potrà ricaricare l’auto a casa, chi vorrà potrà farlo all’infrastruttura su suolo pubblico, o ancora entrambe le cose. “Cerchiamo di toglierti tutti i problemi”, chiude Catacchio.

Nadia Bisson

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