“Non dobbiamo commettere l’errore di far coincidere gli Stati Uniti con Trump. Lui si muove da sovrano assoluto e capriccioso, ma c’è chigli ricorda — come la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul — che da 250 anni New York non è governata da un re. E gli americani non sono disposti a tollerarlo”. Lo dice Giuliano Amato, presidente emerito della Consulta che sostiene che “Trump ce lo siamo meritati”. In un colloquio con Repubblica spiega perché: “Perché il ciclone Trump era prevedibile. E qui chiamo in causa anche la responsabilità di convinti democratici come me che negli ultimi cinquant’anni hanno sostenuto qualsiasi battaglia progressista senza rendersi conto per tempo della crescente distanza, talvolta eccessiva, rispetto ai valori tradizionali che tengono unite le nostre società. Questo vale sia per il nostro paese che per gli Stati Uniti. Da noi un profeta inascoltato è stato Pier Paolo Pasolini: già nel 1975 ci metteva in guardia con la sua invettiva sulla scomparsa delle lucciole”. Poi su cosa deve fare l’Europa aggiunge: “Quello che in tanti dicono, ma nessuno ha avuto la capacità di realizzare: una difesa e una politica estera davvero comuni per sedersi al tavolo del governo del mondo, dove sono invitati pochi attori. E se è impossibile farlo con tutti i ventisette paesi dell’Unione, dovrà farlo con un nucleo più ristretto. Tra gli effetti positivi del ciclone potrebbe essere la spinta a ricompattare la difesa europea recuperando la Gran Bretagna”.