Dazi, Shiller (Yale): Panico e recessione dei mercati, c’è clima simile al ’29

“Anch’io mi sono chiesto cosa significasse l’uscita estemporanea di Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale, sulla moratoria. Dato che qui ormai tutto è possibile, non posso neanche escludere che fosse una mossa concordata per vedere l’effetto che faceva. Sta di fatto che la Casa Bianca ha non solo spazzatovia ogni dubbio ma rincarato la dose contro la Cina. Wall Street ha ripreso subito a perdere però, attenzione, ha rallentato la velocità di caduta. Anche perché nel frattempo è sceso in campo contro i dazi un pezzo da novanta come Jamie Dimon, il banchiere più potente d’America, e perfino Musk dà segni di insofferenza. Qualcosa significherà”. Lo dice Robert Shiller, economista di Yale, premio Nobel nel 2013. In un colloquio con Repubblica aggiunge: “Per ora siamo ancora al panico generalizzato, a un passo dal pericolo concreto di una recessione globale. Per alcuni aspetti siamo vicini a un bis della Grande Depressione, quando lo Smoot–Hawley Tariff Act del giugno 1930 (la crisi era iniziata il 29 ottobre 1929) introdusse tariffe pesantissime su 20mila prodotti d’importazione e affossò definitivamente l’economia non solo americana. Le tariffe furono ritirate in parte nel 1934 ma bisognò aspettare la fine della guerra perché si avviasse davvero un libero scambio”. E ancora: “La guerra commerciale è iniziata e l’aggressore è Trump. Però è troppo presto per prevedere gli sviluppi, anche se le premesse sono inquietanti”.