Dazi, Tronchetti Provera: Siamo deboli, dobbiamo trattare

“La relazione transatlantica è e deve rimanere prioritaria. L’Europa deve sedersi subito al tavolo con gli Usa – trovando una voce sola e non ventisette diverse – per trattare con Donald Trump. Se reagisse esclusivamente con ritorsioni, adottando contro dazi o misure simili, i singoli paesi sarebbero costretti a negoziare ciascuno per sé e non più nell’interesse comune”. Così Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli. “Alcuni leader europei hanno il vizio di partire senza cercare di capire chi ha davanti e senza comprendere le risorse che può mettere davvero in campo. Oggi, purtroppo, l’Ue non ha alcun ruolo geopolitico e quindi non può far sì che quei valori europei che sono i migliori al mondo – dalla democrazia allo Stato sociale – vengano adottati anche da altri”, sottolinea nell’intervista a Repubblica. Per Tronchetti Provera, l’Europa “deve negoziare. E farlo seriamente. In America c’è un sistema semplice: ogni quattro anni si vota il presidente, che dopo due anni può diventare un’’anatra zoppa’ se non ha più la maggioranza in Parlamento. Può accadere anche prima a fronte di turbolenze particolari. Si può essere in accordo o in disaccordo con Trump, che però è stato democraticamente eletto e deve portare risultati ai suoi cittadini; quindi ha bisogno di crescita senza inflazione e di raggiungere la pace”. E ancora: “Serve un approccio realistico. Il Messico era nel mirino dei dazi Usa per le richieste sull’immigrazione e il commercio dello stupefacente fentanyl. Appena si è prospettato il rischio dazi, la presidente ha mandato 10.000 uomini a rafforzare il controllo delel frontiere e ha fermato una nave con 60 milioni di dosi di fentanyl. Un atteggiamento negoziale che ha finora consentito al Messico di evitare la tassazione. Magari l’atteggiamento poi cambierà, ma questa è stata la prima reazione”.