Per Giorgia Meloni “è necessario rinsaldare l’Alleanza atlantica non solo militarmente, e in questo dico che è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza, perché o ci si difende anche da soli o non si può pensare di essere al sicuro in un mondo che cambia a velocità a vertiginosa. E penso che serva riavvicinare Usa e Ue, anche perché nel frattempo altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali, e non credo convenga nè all’Europa nè agli Usa che accada”. In un colloquio con il Corriere della Sera la presidente del Consiglio rivela poi che l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca “è stato un confronto franco e a tutto campo”. E ancora: “Non c’è dubbio che i nostri rapporti personali siano molto buoni, questo sicuramente ha facilitato le cose. Siamo due leader che si rispettano e si capiscono, anche quando non sono completamente d’accordo. Posso dire che non è stato facilissimo affrontare il tema dei rapporti con l’Europa, e della convenienza reciproca nel tenere i rapporti saldi, perché l’immagine che prevale è quella di un’Unione Europea come blocco consolidato di burocrazie. Ci sarà molto da lavorare su questo”. Meloni ritiene poi che sia “nella vocazione dell’Italia lavorare per avvicinare il più possibile le due sponde dell’Atlantico per rafforzare l’Occidente, inteso come civiltà e non come semplice spazio geografico o insieme di interessi. Non sarà facile, perché ci sono punti di vista differenti su alcune questioni, ma affrontando quelle questioni nel concreto penso che si possano fare importanti passi in avanti. Da tempo gli Usa lamentano un surplus commerciale europeo, ma va detto che esiste anche un surplus americano della bilancia dei servizi con l’Europa, oltre al fatto che gli europei investono negli Usa più di quanto loro facciano qui. Per questo sono convinta che un punto di incontro è possibile e necessario”. Per l’incontro tra Usa e Ue “non abbiamo mai dato una data. Ci stiamo lavorando, ma ovviamente non dipende solo da noi. Perché gli incontri portino a risultati serve tempo, bisogna prepararli accuratamente, non devono essere formali, ma sostanziali. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Certo, c’è la sospensione dei dazi di 90 giorni, ci sono scadenze, ma a me interessa portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli Usa. Senza fretta, ma ben fatto”.