La Commissione europea ha deciso di inviare un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver recepito integralmente e correttamente la Direttiva sulle Emissioni Industriali. L’Italia non ha inoltre rispettato alcune disposizioni di tale Direttiva per quanto riguarda lo stabilimento Acciaierie d’Italia (Ilva) di Taranto. La Commissione ha ricordato che la Direttiva mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento derivante dalle attività industriali al fine di tutelare la salute umana e l’ambiente. Secondo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 25 giugno 2024, la legislazione italiana non è conforme alla Direttiva sulle Emissioni Industriali. In particolare, non considera l’impatto degli impianti sulla salute umana. Inoltre, non tiene conto di tutti gli inquinanti nocivi emessi dall’impianto al momento del rilascio delle autorizzazioni. Inoltre, non sospende l’attività di un impianto quando una violazione delle condizioni di autorizzazione rappresenta un pericolo immediato per la salute umana o per l’ambiente. Inoltre, l’Italia non garantisce che l’impianto di Acciaierie d’Italia a Taranto operi in conformità alla normativa Ue sulle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. La Commissione invia pertanto un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.