Europa celebra la sua storia. Mattarella: “Non arretrare rispetto alle difficoltà”

Il monito del presidente della Repubblica: "Se non sapremo affrontare con coraggio le sfide che minacciano il nostro futuro, rischieremo di smarrire quel patrimonio inestimabile di diritti e valori"

L’Europa, la casa comune, celebra i 75 anni dalla dichiarazione Schuman e il 70esimo anniversario della Conferenza di Messina. “Il 9 maggio 1950 veniva rilasciata la storica dichiarazione con la quale il ministro degli Esteri francese proponeva la creazione di una comunità di Stati per la produzione comune di carbone e acciaio, strumento per immaginare un’Europa unita dapprima sul piano economico e in prospettiva sul piano politico, così da superare la tragica esperienza della guerra”, ricorda Sergio Mattarella. Sottolineando che da allora è stato intrapreso “un ambizioso percorso di integrazione che ha vissuto dei momenti di difficoltà ma non si è mai arrestato”.

Il presidente della Repubblica ha sempre messo in luce l’importanza di aver dato vita a un’unione che garantisse pace e prosperità al Vecchio continente e ai suoi cittadini. Oggi ancora di più, perché “di fronte all’incalzare degli sviluppi internazionali e alle minacce strategiche e geopolitiche cui è sempre più esposta la Comunità internazionale, si impone, con rinnovato vigore e determinazione, la necessità di non arretrare rispetto alle difficoltà”. Ma servono “sforzi creativi e proporzionati ai pericoli che incombono” per “preservare l’ideale di un’Europa forte, giusta e pacifica, baluardo di speranza per le generazioni future”. Una sfida che il capo dello Stato definisce “di proporzioni incommensurabili”. Poi il monito: “Se non sapremo affrontare con coraggio, risolutezza e lungimiranza le sfide che minacciano il nostro futuro, rischieremo di smarrire quel patrimonio inestimabile di diritti e valori che costituiscono la pietra angolare del nostro progetto di integrazione”, dice Mattarella. “Prosperità condivisa, eguaglianza sostanziale, libertà inviolabile, pace duratura e democrazia solida, nel rispetto dell’ambiente che ci accoglie, non sono soltanto ideali da custodire, ma impegni concreti da rinnovare con determinazione. È nella nostra capacità di affrontare il cambiamento, con unità e responsabilità, che risiede il destino dell’Italia e dell’Europa e il benessere delle generazioni che verranno”.

Parole alle quali sembra allinearsi anche il pensiero di Raffaele Fitto: “Mai come oggi abbiamo bisogno di Europa e mai come oggi siamo all’ultima chiamata: lo scenario internazionale ci dice che l’Europa deve rafforzare il suo ruolo per costruire risposte concrete”, dice il vicepresidente della Commissione Ue. Che fissa le cinque priorità individuate da Bruxelles: “Casa, acqua, energia, competitività, difesa. Ma la decisione su come usare i fondi in questi ambiti la prendono i singoli Stati”, chiarisce. Anche per il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, “un’Europa unita nel rispetto delle differenze è oggi chiamata a sfide epocali e ad essere protagonista nello scenario internazionale”. Così come il ministro alle Politiche Ue, Coesione e Pnrr, Tommaso Foti, che pone l’accento sulle difficoltà che il Vecchio continente si trova a fronteggiare: “I conflitti in corso, a partire dall’aggressione russa all’Ucraina, ci ricordano che la pace non è un traguardo acquisito, ma un bene fragile da difendere e costruire giorno dopo giorno, attraverso strumenti comuni di prevenzione, risposta e deterrenza”. Tutte sfide che l’Europa non può e non deve perdere.