Ue-Gb, mini ‘reset’ della Brexit: accordi su difesa e pesca. Starmer: “Inizia nuova era”

Londra ha ottenuto il superamento dei controlli per l’agro-alimentare. Nulla di fatto invece sull’altro argomento scottante, la mobilità giovanile. Il partito di Farage: "È una resa"

Un vertice che non si vedeva dai tempi della Brexit di cinque anni fa. A Londra, Regno Unito e Unione Europea lanciano una “nuova partnership strategica” per rafforzare i legami, in particolare nel settore della difesa. Questo incontro, “segna una nuova era nelle nostre relazioni“, ha affermato il premier Keir Starmer aprendo il vertice con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.

Dopo mesi di trattative, funzionari europei e britannici hanno concluso una partnership in materia di difesa e sicurezza, riuscendo a trovare un compromesso per allentare alcune barriere commerciali e prorogare l’accordo sulla pesca. Tuttavia, restano alcuni nodi, come i negoziati sulla mobilità giovanile. Di fatto, rispetto alle attese di un grande reset, il risultato sono poco più che dichiarazioni d’intenti e aggiustamenti marginali degli accordi già esistenti.  Si tratta di “una nuova partnership strategica adatta ai nostri tempi, che porterà benefici reali e tangibili in termini di sicurezza, immigrazione illegale, prezzi dell’energia, agroalimentare, commercio e altro ancora“, ha dichiarato Starmer parlando di un accordo “win-win” che “garantisce un accesso senza precedenti al mercato dell’Ue, il migliore di qualsiasi paese al di fuori dell’Unione europea“. Per von der Leyen si sta “voltando pagina aprendo un nuovo capitolo, il che è molto importante in un momento in cui assistiamo a crescenti tensioni geopolitiche“. Regno Unito e Ue “condividono gli stessi valori”, ricorda la presidente della Commissione europea.

L’esito più importante del summit, a cui ha partecipato anche la responsabile per la politica estera dell’Unione, Kaja Kallas, è stata la sigla di un patto per la difesa e sicurezza, che apre a Londra la strada per la partecipazione delle industrie della difesa britanniche al fondo europeo per il riarmo da 150 miliardi: i dettagli di questa partecipazione, osteggiata dai francesi, devono però ancora essere specificati. Grazie a questo patto tuttavia il Regno Unito potrà partecipare alle riunioni ministeriali dell’UE e unirsi ad alcune missioni militari europee. La partecipazione a questo programma richiederà  un altro accordo in una fase successiva, nonché un contributo finanziario britannico.

Dal canto loro, gli europei, Parigi compresa, hanno ottenuto una estensione di 12 anni, fino al 2038, dell’accesso per i propri pescherecci alle acque britanniche: questo della pesca è stato lo scoglio più difficile da superare, perché legato al totem della sovranità sia da parte francese che britannica. Con scadenza nel 2026 e in particolare per la Francia, questa proroga “garantirà stabilità e certezza” ai pescatori “senza aumentare la quantità di pesce che le navi dell’UE possono catturare nelle acque britanniche”, ha affermato Downing Street . In cambio, Londra ha ottenuto il superamento dei controlli per l’agro-alimentare, grazie al riconoscimento reciproco delle norme fitosanitarie anche se dovrà impegnarsi a seguire i regolamenti Ue in materia e accettare gli arbitrati della Corte europea di Giustizia.

Londra e Bruxelles hanno concordato di collaborare anche sulle quote di emissione, consentendo in ultima analisi alle aziende britanniche di eludere la tassa sulle emissioni di carbonio dell’UE. Secondo Downing Street, si prevede che queste misure economiche apporteranno “circa 9 miliardi di sterline (10,7 miliardi di euro) all’economia britannica entro il 2040″.

Praticamente nulla di fatto invece sull’altro argomento scottante, la mobilità giovanile, che è stata demandata a ulteriori negoziati. Gli europei chiedono il ripristino per gli under 30 della possibilità di andare a lavorare temporaneamente a Londra senza visto, ma per il governo Starmer, che si è impegnato a ridurre l’immigrazione, ogni accenno di ritorno alla libertà di circolazione è politicamente tossico. Al momento, entrambe le parti si sono impegnate a elaborare un programma di visti che consenta ai giovani europei di studiare o lavorare nel Regno Unito e viceversa. Allo stesso modo, Bruxelles e Londra hanno concordato di discutere il possibile ritorno del Regno Unito al programma europeo di scambio studentesco Erasmus.

Nelle ultime settimane, per placare gli euroscettici, Starmer aveva ribadito le sue condizioni: nessuna questione di ritorno al mercato comune o all’unione doganale, nessuna questione di ripristino della libera circolazione. Tuttavia, il vicepresidente di Reform UK, Richard Tice, ha accusato il governo di “capitolare” all’UE. “Siamo di nuovo soggetti alle regole di Bruxelles”, ha denunciato anche il leader dell’opposizione conservatrice, Kemi Badenoch. Per Nigel Farage, l’accordo indica “la fine” dell’industria della pesca britannica.