
Niente quorum del 50%+1. Si è fermata poco sopra al 30% l’affluenza definitiva al referendum dell’8 e del 9 giugno, con alcune marginali differenze tra i cinque quesiti su cittadinanza e lavoro.
Nel dettaglio, il 30,58% degli aventi diritto ha espresso la propria preferenza per il primo quesito, quello relativo al ‘Reintegro licenziamenti illegittimi’. Stessa percentuale anche per il secondo su ‘Licenziamenti e limite indennità’ e per il terzo ‘Tutela contratti a termine’. E’ del 30,59% l’affluenza definitiva per il quarto quesito ‘Responsabilità infortuni sul lavoro’. Il quinto, quello relativo al dimezzamento – da 10 a 5 anni – dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana, ha registrato un’affluenza del 30,59%. Per i primi quattro referendum la percentuale di ‘Sì’ ha raggiunto l’87-88%, mentre per l’ultimo i voti favorevoli sono stati il 65%.
Emilia-Romagna e Toscana sono le regioni italiane in cui il dato è più alto e supera, rispettivamente, il 38% e il 39%. Il Trentino Alto Adige, invece, ha registrato l’affluenza più bassa, intorno al 22,7%.
Nelle stesse giornate dell’8 e 9 giugno si è svolto anche il primo turno delle elezioni amministrative in Sardegna e quello di ballottaggio delle elezioni amministrative delle Regioni a statuto ordinario e della Sicilia che si sono svolte nelle date del 25 e 26 maggio 2025. Come già avvenuto per le scorse elezioni europee, in occasione della tornata referendaria del 2025 è stato consentito in via sperimentale agli elettori fuori sede per motivi di studio, temporaneamente domiciliati in un comune situato in una provincia diversa da quella di iscrizione elettorale, di poter votare presso il comune di temporaneo domicilio. Questa possibilità è stata estesa anche agli elettori che per motivi di lavoro o cure mediche si troveranno fuori sede per un periodo di almeno tre mesi.