Auto, Moro (Bitron): Gli uffici in Cina ci aiutano per carenza componenti

“Prevediamo una crescita elevata malgrado le difficoltà che si susseguono dal 2020”. Lo dice Alberto Moro, amministratore delegato di Bitron spa, azienda della meccatronica che sfiora gli 1,3 miliardi di fatturato e ha il fulcro nell’automotive con clienti da Volkswagen a Bmw e Stellantis, persino la Byd cinese. “Prima il Covid, poi la carenza di prodotti elettronici, quindi le guerre in Ucraina e in Israele, la transizione tecnologica. Ora i dazi di Trump. Il contesto non è favorevole, ma noi stiamo riuscendo ad affrontarlo bene. Ci siamo organizzati con una filiera più robusta, perciò siamo sempre riusciti a soddisfare la domanda e abbiamo sofferto meno di altri. Abbiamo instaurato con i clienti rapporti di collaborazione solidi, che sono proseguiti durante le crisi. E abbiamo stabilimenti in tutto il mondo, dalla Cina al Messico. Avere gli uffici acquisto anche in Cina ci ha aiutato quando c’è stata carenza di componenti”, aggiunge nel colloquio con il Corriere Economia. E ancora: “Abbiamo fornito componenti ai costruttori di auto cinesi quando ancora in Europa queste vetture non c’erano. Ora che i cinesi entrano in Europa averli come clienti è un vantaggio. È una strategia precisa e voluta, nata anni fa”. Per Moro, l’Europa potrebbe fare, pur mantenendo gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale, è allentare gli obbligo sul motore elettrico. “La scadenza del 2035 impone una tecnologia che il mercato non sta accettando — dice —. Perciò la nostra strategia è lavorare sì sull’elettrico, ma anche sull’idrogeno e sulle vetture ibride sofisticate, con i biocarburanti. Per essere efficace l’innovazione deve essere libera”.