
Volano negli Stati Uniti d’America i tecnici della Commissione europea e, domani, il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic. L’obiettivo è portare a casa il miglior accordo possibile sui Dazi commerciali per l’Unione europea e il suo Mercato unico. Ad annunciarlo è stato lo stesso Sefcovic che, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo accordo per un’area di libero scambio Ue-Ucraina, non si è sottratto alle domande dei giornalisti sulla disputa con l’alleato statunitense.
In particolare, perché ormai “è dietro l’angolo” la data del 9 luglio, quando scadrà la pausa di 90 giorni annunciata dal presidente Usa, Donald Trump, sui Dazi reciproci. “Posso dire che il nostro team tecnico è in viaggio per Washington, e domani, dopo aver completato il dialogo commerciale ad alto livello con la Turchia, volerò anch’io a Washington. Naturalmente, faremo del nostro meglio con il mio partner negli Stati Uniti per far avanzare questi negoziati il più possibile, ma in questa fase non entrerò nei dettagli”, dettaglia Sefcovic. Il commissario non entra nel contesto delle trattative in corso, ma tiene a mettere in chiaro un elemento: “Vogliamo raggiungere il massimo possibile, qualcosa che sia equo per entrambe le parti, che aiuti le aziende di entrambe le parti a ottenere maggiore prevedibilità, maggiore chiarezza su come pianificare le attività commerciali per il resto dell’anno e per il futuro. Vogliamo farlo partendo dal presupposto che siamo i due alleati più stretti. E credo che questo dovrebbe riflettersi anche nel nostro accordo commerciale“.
Il commissario ricorda che la scadenza “informale” del 9 luglio è stata annunciata “molto tempo fa” come confine entro cui “fare del nostro meglio” per risolvere la contesa. Un elemento, questo, che “è stato riconfermato nella telefonata”, il 25 maggio scorso, “tra la presidente della Commissione europea e il presidente degli Stati Uniti. Ed è quello che stiamo facendo“. In questi mesi, sono state “molto intense” le discussioni di Sefcovic con le controparti Usa – segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante Usa al Commercio, l’ambasciatore Jameson Greer.
Interlocutori che “speriamo di vedere a Washington D.C più avanti questa settimana”, aggiunge il commissario precisando che “restano mercoledì e giovedì per eventuali incontri che stiamo pianificando proprio ora” dato che “venerdì è il 4 luglio“, festa nazionale in quanto Giorno dell’Indipendenza degli Usa. Insomma, la parte bassa della clessidra inizia a esser piena, ma il commissario rassicura – “ci stiamo concentrando assolutamente sull’esito positivo” – e rispetto alle bozze di proposte Usa ricevute giovedì notte (26 gennaio) “per l’eventuale accordo di principio” ricevute conferma: “Ci stiamo lavorando”. Bozze che, a quanto si apprende, conterrebbero una soglia minima del 10% di Dazi sui prodotti europei e chiederebbero agli europei maggiori acquisti di Gnl e di materie critiche.
Intanto, questa settimana “il nostro team parlerà con le controparti sia dell’Ufficio di Rappresentanza Commerciale degli Stati Uniti che del Dipartimento del Commercio”, illustra il commissario. “Penso, naturalmente, che il 9 luglio sia dietro l’angolo. Quindi, per me, è sempre un buon segno quando passiamo dallo scambio di opinioni al processo di stesura. Ma allo stesso tempo, bisogna restare molto concentrati sul raggiungimento dei risultati perché siamo due dei maggiori partner commerciali del pianeta”, puntualizza. “Ogni anno scambiamo merci per oltre 1,7 trilioni di dollari. Siamo i maggiori investitori l’uno nelle rispettive economie. Quindi, ovviamente, c’è molto, molto di cui discutere”, elenca ancora.
Giovedì scorso, nella conferenza in piena notte dopo il Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva chiarito la postura dell’Ue: “Siamo pronti per un accordo”, ma, “allo stesso tempo, ci stiamo preparando all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente, per questo abbiamo lanciato una consultazione su una lista di riequilibrio e difenderemo gli interessi europei secondo necessità. In breve, tutte le opzioni restano sul tavolo”. Bruxelles, dunque, vuole arrivare alla conclusione della vicenda e anche i capi di Stato o di governo dell’Ue iniziano ad essere insofferenti e preferiscono un accordo all’incertezza. E’ la posizione del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, che dopo il vertice Ue ha affermato che “un accordo è sempre meglio di un conflitto, zero Dazi è sempre meglio di un dazio, e l’incertezza è la cosa peggiore per la nostra economia“. E della Germania del cancelliere Friedrich Merz che chiede che si raggiunga “un rapido accordo con gli americani”, ma, osserva, “se non ci sarà un’intesa, l’Unione europea è pronta e in grado di adottare anche le proprie contromisure”. Per il presidente francese Emmanuel Macron, “il risultato migliore sarebbe quello di Dazi zero”, ma “se, alla fine, la scelta degli americani fosse quella di mantenere il 10% di Dazi sulla nostra economia, ci sarà inevitabilmente una compensazione sui beni e sui prodotti venduti dagli americani sul mercato europeo”.