“L’ipotesi di un innalzamento al 17% delle tariffe per l’agroalimentare sarebbe difficile da sostenere per molte imprese, in particolare per settori come il vino o l’olio. Per la pasta invece è diverso, innanzitutto per le caratteristiche del nostro prodotto, che è poco costoso e molto popolare. Anche con dazi superiori al 10% l’aumento sarebbe di qualche centesimo, quindi sopportabile”. Così Vincenzo Divella, amministratore dell’omonimo gruppo pugliese che produce pasta. In una intervista a Il Corrire della Sera ammette la preoccupazione anche la svalutazione del dollaro che è arrivata al 13,5%: “Questa è in assoluto la cosa che ci preoccupa di più e che mette a rischio tutto il sistema. Se l’euro dovesse salire a 1,20 dollari sarebbe un altro dazio del 17%, di fatto. E, in questo caso, non potremmo dividerlo con gli importatori ma ricadrebbe tutto su di noi”.