“Le prospettive di inflazione sono più incerte del consueto, per effetto della volatilità dello scenario delle politiche commerciali a livello mondiale. Un rafforzamento dell’euro potrebbe far diminuire l’inflazione più di quanto atteso. Inoltre, l’inflazione potrebbe risultare inferiore se dazi più elevati inducessero una minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro e un reindirizzamento verso l’area delle esportazioni provenienti da paesi con eccesso di capacità produttiva. Le tensioni commerciali potrebbero determinare maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, gravando sulla domanda interna e riducendo quindi l’inflazione. Per contro, l’inflazione potrebbe risultare superiore se la frammentazione delle catene di approvvigionamento mondiali spingesse al rialzo i prezzi all’importazione e accrescesse i vincoli di capacità nell’economia interna. Anche un incremento della spesa per difesa e infrastrutture potrebbe far aumentare l’inflazione nel medio termine. I fenomeni meteorologici estremi e, più in generale, il dispiegarsi della crisi climatica potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce.