
Vola l’export italiano a luglio, trainato dal commercio verso gli Stati Uniti, che registra un +24%. L’Istat, che conferma una crescita sia su base mensile che annua, spiega che le dinamiche sono in parte influenzate da vendite di elevato impatto, come la cantieristica navale. Al netto di queste, infatti, si stima un aumento congiunturale dello 0,8% e una crescita tendenziale del 6,1%. Nei primi sette mesi dell’anno, la dinamica tendenziale dell’export è a +2,9%, grazie alle vendite di un numero ristretto di settori (quella dell’import è più sostenuta, a +4,8%).
L’avanzo commerciale (+30,7 miliardi di euro), quasi totalmente imputabile agli scambi con i paesi extra Ue, è però in riduzione rispetto ai primi sette mesi del 2024 (+36,0 miliardi). C’è stato un lieve aumento congiunturale dei prezzi all’import a causa di alcuni prodotti energetici, come petrolio greggio ed energia elettrica. Su base annua, la flessione si accentua per il confronto con luglio 2024, quando i rialzi dei prezzi dei prodotti energetici erano stati più marcati.
In un quadro geopolitico e macroeconomico complesso come quello attuale, Antonio Tajani saluta nel complesso i rilievi come positivi. Si dice soddisfatto del Piano d’azione per l’export lanciato a marzo e ricorda che “l’obiettivo resta quello di raggiungere i 700 miliardi di euro entro al fine della legislatura”. Un goal che ritiene “ragionevolmente raggiungibile” per il 2019-2020.
I dati Istat sono un mix di luci e ombre secondo il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas. Il dato di luglio, aggiunto a quello dei sei mesi precedenti, porta quello dell’intero periodo al +10,2%. Ma bisogna notare una Cina ancora negativa (-4%) nei primi sette mesi dell’annoo. “Gli equilibri commerciali globali mantengono una certa dinamicità per la quale è difficile fare previsioni”, segnala Zoppas. Il settore più trainante continua a essere quello della farmaceutica, insieme all’agroalimentare, che però rallenta. “La tendenza degli ultimi anni vede lo standard del Made in Italy in crescita costante“, osserva il presidente di Ice , che auspica una ripresa del comparto moda e dell’automotive (il cui calo è ormai una dinamica strutturale). “Purtroppo, per il momento questi segnali di inversione non si vedono. Il futuro trend euro dollaro potrebbe essere determinante. È necessario continuare ad operare con intensità con tutto il sistema paese. Sarà critico il periodo post inserimento definitivo dei dazi“, commenta.
Proprio lo spettro dei dazi Usa sui prodotti Ue ha contribuito a “dopare” il dato sull’export secondo i consumatori. Quel +24,1% è per il Codacons una “mera illusione ottica” legata proprio alle tempistiche delle tariffe imposte da Trump, che hanno portato industrie e imprese a una vera e propria corsa alle esportazioni verso gli Stati Uniti nel mese di luglio, prima dell’imposizione delle nuove imposte. “La verità, purtroppo, è che solo a partire dal prossimo autunno si inizieranno ad avvertire le conseguenze negative dei dazi sui prodotti italiani ed europei, con ricadute per l’export e per migliaia di imprese nazionali”. Il paradosso, per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è che finora la politica commerciale di Trump ha “ottenuto l’effetto contrario, ossia quello che tutti si sono affrettati ad anticipare le esportazioni verso gli Stati Uniti prima dell’arrivo della scure dei dazi, migliorando così la nostra bilancia commerciale“. Delusi gli agricoltori: confrontando il periodo gennaio-luglio del 2025 con i primi 7 mesi dell’anno precedente, sono stati persi 600 milioni di euro nell’export di beni agroalimentare verso gli Usa. Le spedizioni agroalimentari Made in Italy sono in calo per il secondo mese consecutivo: “Una spiacevole novità rispetto alla costante e lunga tendenza di crescita che aveva contraddistinto, negli anni, le vendite del nostro cibo negli Usa“, rileva la Cia. Il rallentamento della crescita mensile è partito nel mese di aprile (solo il +1%) ed è proseguito con lo 0,4% a maggio. Da giugno il primo segno negativo (-3%), che ora arriva al -10% di luglio. Questo trend negativo ha inciso sulla crescita cumulata di tutto il periodo gennaio-luglio 2025.