Metà delle famiglie ha il condizionatore, ma una su cinque al Sud si scalda ancora con la legna

La fotografia dell'Istat nel report sulle 'Dotazioni energetiche' del 2024: in media il 24,4% dei cittadini ha un impianto

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Più della metà delle famiglie italiane possiede un impianto di condizionamento, ma una su cinque al sud usa la legna per riscaldare casa e cucinare. La fotografia la scatta l’Istat nel report sulle ‘Dotazioni energetiche’ del 2024. Il 24,4% dei cittadini ha un impianto, che sia centralizzato o autonomo, mentre il 35,4% ha apparecchi singoli e il 40,4% delle famiglie possiede un sistema capace sia di riscaldare che di raffrescare. Il 99,4 percento delle famiglie residenti in Italia vive in abitazioni dotate di riscaldamento e il 43,2% di queste dispone addirittura di più sistemi. Ma sono gli impianti autonomi ad avere il sopravvento, visto che si trova nel 79% delle abitazioni principali.

In particolare si è ampliato l’utilizzo di pompe di calore, che lo scorso anno risultano in dotazione al 40,4% delle famiglie, mentre solo nel 2021 la percentuale era al 32,6%. A livello territoriale la diffusione riguarda soprattutto le Isole (58,5%) e il Nord-est (46,9%), ma è il Nord-ovest a segnare il passo maggiore passando in tre anni dal 24,2 al 34 percento. Il dato che salta all’occhio, però, è quello relativo al ricorso alla legna da ardere. Secondo i dati Istat, infatti, nel 2023 il 21,3% delle famiglie del Sud, in pratica una su cinque, usava ancora questo metodo per riscaldare gli ambienti di casa e cucinare. Poco sotto c’è il Nord-est (19,4 percento), seguito da Centro (17,5), Isole (12,5) e Nord-ovest (9,9%).

A livello territoriale la pratica è più diffusa nelle Province autonome di Trento (37,9%) e Bolzano (36,2), in Calabria (35,5), Umbria (34,8) e Friuli-Venezia Giulia (30,3). Mentre risulta “residuale” in Lombardia (6,8%), Sicilia (7) e Liguria (9,6). Sono soprattutto i Comuni fino a 10mila abitanti (30,9%) a ricorrere alla legna da ardere. Istat segnala, inoltre, che è il pellet il materiale più utilizzato per il riscaldamento: nel 2023, a utilizzarlo, è stato il 7,8% dei nuclei. L’Istituto nazionale di statistica, infine, rivela che nel 2024 “la produzione di acqua calda ha una diffusione capillare, raggiungendo il 99,7% delle famiglie, con valori omogenei su tutto il territorio” e il 70,4% di queste possiede un sistema “in grado di svolgere entrambe le funzioni per il riscaldamento dell’abitazione e l’acqua calda sanitaria”.