Green deal, media: In 30 anni C02 scesa del 37% e Pil cresciuto del 68%

“Da almeno 30 anni il consenso scientifico è unanime: i cambiamenti climatici sono rapidi, distruttivi e causati in gran parte dalle attività umane. Le emissioni di CO2 generate dai combustibili fossili restano la causa principale e ridurle è un imperativo. Nel 2023 le perdite economiche globali dovute a eventi estremi hanno raggiunto i 380 miliardi di dollari, più 22% rispetto alla media del XXI secolo. Solo alla Ue quest’estate siccità, ondate di calore ed eventi estremi sono costati 43 miliardi di euro, 12 all’Italia. Per questo nel 2019 l’Unione europea lancia il Green Deal, un pacchetto di misure accompagnato da un piano di investimenti da 1.000 miliardi che impegna tutti i 27 Paesi ad abbattere le emissioni di gas serra per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”. E’ quando si legge sul Corriere della Sera, un ‘Data Room’, nel servizio firmato da Milena Gabanelli e Francesco Tortora. “Tirando le somme: il Green Deal è stato effettivamente diluito, ma l’impianto originale resta – si legge ancora -. Almeno per ora. Certo non aiutano le dichiarazioni di Trump all’Onu: ‘Il riscaldamento climatico è un imbroglio inventato da persone malvagie’. Le persone secondo lui malvagie sono i 644 scienziati indicati da 111 Paesi del Gruppo intergovernativo (Ipcc) fondato nel 1988 dall’Organizzazione metereologica mondiale e dal programma Onu per l’ambiente, con l’obiettivo di fornire ai governi valutazioni scientifiche. E per chi si ostina a dire che sporcare meno serve a poco e fa crollare l’economia, val la pena ricordare due dati: le politiche ambientali che noi europei abbiamo avviato per primi a partire dagli Anni ’90 hanno portato nella Ue una riduzione delle emissioni di CO2 del 37%. Nello stesso arco di tempo, si legge dai dati di Banca mondiale, il Pil è cresciuto del 68%”.