“Questa legge di Bilancio ha un obiettivo giusto: riportare il deficit sotto il 3% e consolidare la posizione dell’Italia. Ma il vero banco di prova sarà il 2026, quando dovremo utilizzare molto il risparmio privato per la crescita, attraverso i mercati finanziari”. Così Stefano Caselli, economista e direttore della Sda Bocconi. In un’intervista a La Stampa spiega che il giudizio sulla Manovra “è un giudizio positivo, con alcuni però. Intanto va detto che non è una manovra ‘spaventosa’ per dimensioni: 18 miliardi non sono né tanti né pochi. Tuttavia, il punto vero è l’obiettivo che si è data: portare il deficit sotto il 3% e consolidare la posizione dell’Italia. È un traguardo giusto, che andrebbe comunicato con ancora più chiarezza”. Ovvero “il vero obiettivo è ridurre lo spread e migliorare il rating sovrano. Se questo accade, arrivano benefici collettivi: minori interessi passivi, costo del denaro più basso per famiglie e imprese, e quindi più crescita”. Ma c’è un però per Caselli: “Detto questo, la parte più promettente della manovra è quella che riguarda gli investimenti, in particolare quelli green. Ma il vero salto di qualità arriverà solo se nel 2026 sapremo mettere a terra la riforma del Testo unico della finanza. Lì si giocherà la partita decisiva: canalizzare il risparmio verso la crescita, mobilitando fondi pensione, casse di previdenza e l’intera industria dell’asset management italiana”. E ancora: “Mi aspetto che nel 2026 si lavori su due fronti: fiscalità favorevole per gli investimenti a lungo termine e incentivi per le imprese che aprono il capitale. Dobbiamo premiare chi scommette sul capitale produttivo, e non solo chi specula. Se la riforma del TUuf verrà declinata in questa direzione, potremo costruire un mercato dei capitali più profondo e maturo. Lo sviluppo non nasce per decreto: nasce dal coraggio di usare il risparmio privato per finanziare la crescita. E questa, per l’Italia, è la sfida del prossimo decennio”.