“Si va avanti, avanti, avanti…”. Lo dice Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipess, il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, parlando del Ponte sullo Stretto. “Il Ponte è stato voluto anche da un referendum: dai tanti calabresi che in provincia di Reggio hanno votato per la Lega e per il presidente Occhiuto”, spiega a Il Corriere della Sera. Ma adesso tutto è fermo per trenta giorni, fino alle motivazioni della Corte dei conti: “Giusto, per un verso. Ma sbagliato. Il lavoro per noi continua. Non soltanto perché siamo convinti delle nostre buone ragioni. Ma perché crediamo di doverlo a tutti i calabresi e i siciliani che ci hanno sostenuto e incoraggiato ad andare avanti. Oggi, ma anche prima del provvedimento della Corte. E davvero il risultato in Calabria è un referendum. Per il nostro 13,5% e per il quasi 58% in Regione del presidente Occhiuto e di tutto il centrodestra”. E ancora sull’apertura dei cantieri: “Speravamo e speriamo anche oggi. Non solo noi. In meno di tre giorni Webuild, il gruppo che realizzerà il Ponte, ha ricevuto quasi 8.000 candidature di persone che si propongono per lavorare a quest’opera straordinaria. Il tutto, in un’area del Paese non semplice per il lavoro. Senza contare il sostegno delle associazioni: vedo che Federacciai, Confagricoltura, Confapi, Conftrasporto e tante altre realtà produttive sono intervenute a ribadire la necessità di quest’opera. Necessità anche geopolitica”.