“Carenze diffuse nella gestione delle emissioni e dei rischi fisici, nella pianificazione della transizione e nella governance”. Questo quanto segnala uno studio condotto dalla Banca d’Italia sulla gestione dei rischi climatici da parte delle imprese non finanziarie italiane. Per l’indagine sono state selezionate oltre 1.200 imprese con l’obiettivo di ottenere un campione rappresentativo di 680 realtà territoriali. A partecipare sono state 577 imprese. Ebbene, spiega Bankitalia, molte imprese prive di copertura assicurativa “tendono a sottovalutare il rischio fisico”, si spiega- Inoltre, gli approcci alla gestione del rischio climatico sono caratterizzati “da una pronunciata eterogeneità, riflettendo differenze nei modelli di governance, tra settori, tra aree geografiche”. I risultati, spiega lo studio, “suggeriscono che gli impegni ad accrescere la sostenibilità climatica, se non accompagnati da progressi misurabili, non migliorano necessariamente il merito di credito di un’impresa”.