Aie: “La domanda di petrolio continuerà a crescere nei prossimi 25 anni. Tensioni sull’energia”

Secondo l’agenzia internazionale per l’energia, le fonti fossili aumenteranno se i governi non intervengono sul clima. Salirà anche la capacità nucleare del mondo, di almeno un terzo entro il 2035

L’energia rinnovabile si sta espandendo a livello globale più rapidamente dei combustibili fossili, nonostante i cambiamenti politici negli Stati Uniti. E’ quanto rileva l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) nel suo World Energy Outlook annuale (WEO 2025).

Le energie rinnovabili, trainate dal solare fotovoltaico, stanno vedendo la loro domanda crescere “più rapidamente di qualsiasi altra importante fonte energetica, in tutti e tre gli scenari” presentati dall’AIE. In questo attesissimo rapporto, pubblicato durante la COP30 di Belém, l’AIE presenta tre scenari per il futuro dell’energia globale: uno basato sulle attuali politiche nazionali, un altro che include le misure da adottare se il mondo vuole raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e uno scenario mediano che include le misure già annunciate dai governi. In questo scenario mediano, gli Stati Uniti, a causa dei cambiamenti politici annunciati, avranno una capacità di energia rinnovabile inferiore del 35% nel 2035 rispetto alle proiezioni del rapporto per il 2024, “ma a livello globale le energie rinnovabili continuano la loro rapida espansione”. La Cina rimane il mercato più grande – e il maggiore produttore – con una quota di utilizzo compresa tra il 45% e il 60% nei prossimi dieci anni, indipendentemente dagli scenari considerati. Tuttavia, le prospettive divergono per quanto riguarda la condivisione dell’energia: nello scenario mediano, la domanda di carbone raggiunge il picco e quella di petrolio si stabilizza “intorno al 2030”.

Al contrario, la domanda di gas continua a crescere per tutto il decennio, contrariamente alle previsioni precedenti, sempre a causa delle nuove politiche statunitensi e dei prezzi più bassi. Due anni fa, l’AIE aveva previsto un picco nella domanda di tutti i combustibili fossili (petrolio, carbone, gas) entro il decennio, contrariamente alle previsioni dell’industria petrolifera e del gas. Nello scenario più conservativo, basato sulle politiche attuali, la domanda di carbone inizia a diminuire prima della fine di questo decennio, mentre quella di petrolio e gas continua a crescere fino al 2050. Per questa edizione, l’AIE ha ripreso questo scenario, che aveva abbandonato nel 2020 nel contesto di una spinta globale alla transizione energetica guidata da preoccupazioni climatiche e di sovranità. Per Rachel Cleetus dell’Union of Concerned Scientists, intervistata a Belém, dove si sta tenendo la conferenza internazionale sul clima COP30, “non è rappresentativo della realtà dell’accelerazione (della transizione) nel mondo; le sue motivazioni sono politiche” L’Agenzia, sussidiaria dell’OCSE, è ora nel mirino dell’amministrazione Trump, fermamente pro-petrolio e scettica sul clima. “Riformeremo il funzionamento dell’AIE o ci ritireremo”, ha avvertito il Segretario all’Energia statunitense Chris Wright in un’intervista a Bloomberg a luglio. In questo nuovo rapporto, molto seguito, l’AIE chiarisce che i tre percorsi esplorati “non sono previsioni”: “non esiste uno scenario unico per il futuro dell’energia”.

Questi tre “scenari illustrano i punti chiave da prendere e forniscono un quadro basato sui dati per la discussione su come procedere”, sottolinea il Direttore Esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol, in una dichiarazione. Ma mentre la sicurezza energetica è una preoccupazione centrale per molti governi, “le loro risposte devono tenere conto delle sinergie e dei compromessi che possono derivare da altri obiettivi: accessibilità economica, competitività, cambiamento climatico”, aggiunge. Il rapporto, che invita alla cooperazione e a sforzi concertati, affronta numerose questioni: il boom della domanda di energia, in particolare l’aumento della produzione di elettricità, e le sfide legate alla sicurezza delle forniture di metalli essenziali. E soprattutto, su “due questioni cruciali, il mondo non sta raggiungendo gli obiettivi dichiarati”, sottolinea l’AIE: “l’accesso universale all’energia e il cambiamento climatico”. Circa 730 milioni di persone vivono senza elettricità. Per quanto riguarda il clima, tutti e tre gli scenari spingeranno il mondo oltre 1,5°C di riscaldamento, prefigurando impatti significativi. Solo lo scenario a zero emissioni di carbonio ci consentirebbe, a lungo termine, di tornare al di sotto di questa soglia, sottolinea l’AIE, sottolineando che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato. Nel frattempo, il settore energetico “dovrà prepararsi ai rischi generati”, in particolare dall’aumento delle temperature. Secondo l’AIE, oltre 200 milioni di famiglie hanno subito interruzioni legate alle infrastrutture nel 2023, con l’85% di questi incidenti che ha interessato linee e reti elettriche