“Il meglio è nemico del bene. Contrariamente a tutte le cose che sono state dette sui media, il piano è una base ragionevole per negoziare. I giornalisti si lamentano come fecero con il piano in 20 punti per Gaza. Ma alle guerre non si mette fine con gli editoriali, bensì o con una vittoria o con un compromesso. Questo piano afferma la sovranità dell’Ucraina, offre a Kiev una garanzia di sicurezza sostenuta dagli Usa, prevede la ricostruzione del Paese. Certo, le cessioni di territorio e l’amnistia per i crimini di guerra sono difficili da digerire, ma se uno vuole riprendersi i territori occupati da Putin deve vincere la guerra”. Lo dice Niall Ferguson, uno dei maggiori storici dell’economia contemporanei che ha insegnato a Oxford, Stanford e Harvard. “Realisticamente l’Ucraina non è mai stata nella posizione di sconfiggere la Russia. I critici devono riconoscere che il presidente Trump si sta assumendo qualche rischio. Io non credo che sia nell’interesse del popolo ucraino prolungare la guerra di un altro anno, spero che Zelensky usi la sua eloquenza per spiegare perché il momento giusto è adesso. Gli ucraini hanno lottato eroicamente per la loro indipendenza. È tempo di consolidare ciò che hanno raggiunto attraverso la diplomazia”, aggiunge nell’intervista a Il Corriere della Sera. E ancora: “Trump con i suoi shock costringe gli europei a smettere di pretendere l’autonomia strategica e a fare finalmente qualcosa di serio per averla. L’Europa è la grande perdente di questa epoca, ma non solo o non tanto a causa di Trump, bensì a causa della Cina, che sta rovinando l’economia europea. Era prevedibile. Purtroppo, l’Ue non ha ancora fornito risposte adeguate”.