Def, Bankitalia: Marcato aumento prezzo energia frenerebbe crescita economica

“Il Def considera anche scenari in cui il prolungamento delle ostilità si accompagnerebbe a un ulteriore inasprimento delle sanzioni e all’interruzione, a partire da aprile e fino alla fine del prossimo anno, degli afflussi di gas e petrolio dalla Russia. Nelle valutazioni del governo le conseguenze sull’attività economica dipendono dalla capacità di soddisfare il fabbisogno energetico del Paese, ricorrendo a fonti e fornitori alternativi”. Così il capo del servizio Struttura economica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame del Def 2022. “Anche nel caso di piena compensazione lo sforzo di diversificazione degli approvvigionamenti, soprattutto se diffuso anche agli altri Paesi europei, comporterebbe comunque un marcato aumento del prezzo dell’energia – quello ipotizzato per il gas sarebbe il doppio di quanto incorporato nel quadro tendenziale – che frenerebbe l’attività economica, portando la crescita del Paese appena sopra il 2 per cento quest’anno e all’1,3 per cento il prossimo”, spiega. “Effetti più significativi si avrebbero – sottolinea Balassone – nel caso in cui la compensazione fosse parziale; in uno scenario in cui la carenza di gas rispetto alle importazioni complessive fosse pari a circa il 18 per cento nel 2022 e al 15 nel 2023 l’espansione del prodotto nel biennio sarebbe pari in media a circa mezzo punto percentuale. Impatti negativi aggiuntivi a quelli considerati dal Governo potrebbero derivare da un ulteriore deterioramento della fiducia e dal diffondersi di un generalizzato clima di incertezza, fattori che negli episodi di crisi del passato hanno frenato in misura non trascurabile l’attività economica”.