Ricatto. Per la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la decisione arrivata martedì dalla compagnia energetica russa Gazprom di sospendere le forniture di gas verso Polonia e Bulgaria, “è l’ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto” verso l’Ue nel pieno della guerra in Ucraina. Varsavia e Sofia sono i primi due Paesi Ue ad aver subìto un taglio totale ai propri approvvigionamenti energetici da parte di Mosca. È anche la prima grande ritorsione da parte del Cremlino per i cinque pacchetti di sanzioni ormai varati dall’Ue da fine febbraio per l’aggressione all’Ucraina, che sono andati a colpire anche tecnologie per la raffinazione del petrolio e le importazioni di carbone a partire da agosto. Mosca può usare le forniture energetiche come strumento di pressione sull’Ue per la forte dipendenza che i Paesi Ue hanno degli idrocarburi russi: nel 2021, l’Ue ha comprato complessivamente dalla Russia il 45% del suo gas importato e oltre il 27% del petrolio raffinato.
Lo stop di Gazprom è motivato, secondo il Cremlino, dal rifiuto dei due Paesi di pagare il gas in rubli, la moneta russa, come disposto dal presidente Vladimir Putin in un decreto varato a fine marzo. In realtà, tutti i Paesi UE si sono allineati per respingere con forza la richiesta di Mosca: circa il 97% dei contratti in essere con Gazprom prevedono un pagamento in euro o dollari per le forniture, quindi la ritorsione messa in atto dalla Russia è di fatto in violazione della gran parte di questi.
“Inaccettabile”, definisce von der Leyen la mossa di Mosca che spinge la presidente dell’Esecutivo europeo a convocare mercoledì mattina con urgenza il gruppo europeo di coordinamento sul gas (che fa capo alla Commissione Europea, con rappresentanti di tutti e Ventisette gli Stati membri) per trovare una risposta unitaria alla crisi. Bruxelles lavora da mesi anche a scenari drastici di questo tipo e dice di essere preparata a tagli totali da parte del Cremlino, in sostanza attraverso riserve strategiche e diversificazione dei fornitori. Nelle ultime settimane “abbiamo lavorato per garantire consegne alternative e i migliori livelli di stoccaggio possibili in tutta l’Ue”, assicura von der Leyen in una nota.
Il gruppo di coordinamento del gas sta “delineando la nostra risposta coordinata dell’Ue”, mentre continua il lavoro per diversificare i fornitori internazionali per garantire flussi alternativi. Dopo l’avvertimento di Gazprom arrivato nel tardo pomeriggio di ieri, il governo polacco, nella voce della ministra per il clima, Anna Moskwa, ha assicurato che la Polonia è in grado di interrompere completamente il flusso di risorse energetiche in arrivo dalla Russia, anche senza andare ad attingere agli impianti di stoccaggio che sono attualmente pieni per circa l’80% della propria capacità. Più difficile la situazione in Bulgaria, dove le riserve sono piene per meno del 20%, per cui è probabile che Bruxelles cerchi di trovare un accordo di solidarietà tra Stati membri per dirottare parte delle riserve verso Sofia.