Markkula (Ppe): “Città e imprese alla guida del cambiamento”

Per il membro della commissione Ambiente del Comitato delle regioni: "Le missioni che l’Ue si è posta vanno portate avanti con determinazione"

Markku Markkula

Adattamento ai cambiamenti climatici, ripristino e conservazione dei mari entro il 2030, città intelligenti neutre dal punto di vista climatico entro il 2030, piano europeo per il suolo, lotta al cancro. Le missioni che l’Ue si è posta per l’immediato sono queste e vanno portate avanti con maggiore determinazione. Le ripercussioni della guerra in Ucraina non devono lasciare spazio a ripensamenti. Per Markku Markkula (Ppe) non c’è dubbio. Il relatore del parere del Comitato delle regioni sul dossier, presidente della regione Helsinki-Uusima, membro della commissione Ambiente del Comitato e già presidente dell’istituzione Ue, fa il punto della situazione nell’intervista concessa a GEA.

Alla luce della guerra in Ucraina e quello che ne deriva, qual è il futuro delle missioni europee?
“Dobbiamo accelerare queste iniziative. È più che mai tempo di queste trasformazioni, ne avevamo bisogno prima e ne abbiamo bisogno adesso. Vede, il messaggio forte che arriva da questo parere e da questa sessione plenaria è che dobbiamo abbandonare le fonti fossili russe“.

I soldi a disposizione basteranno, o con alta inflazione e incertezze ne serviranno altre?
“Le risorse ci sono. Abbiamo il Fondo per la transizione giusta, abbiamo il meccanismo per la ripresa Next Generation Ue che punta sulle transizioni verde e digitale. Dobbiamo utilizzare questi soldi per la trasformazione sostenibile dell’Europa e delle nostre città”.

Che ruolo possono giocare le città?
“Una delle missioni riguarda le 100 città intelligenti e sostenibili. La Commissione ha prodotto l’elenco, e ora occorre mettersi al lavoro. Il parere del Comitato europeo delle regioni chiede più sinergie, più lavoro d’orchestra. Si tratta di avviare collaborazioni concrete, che potranno avvalersi di sostegno tecnico. Il Comitato delle regioni ha negoziato perché il Centro comune di ricerca possa fornire questo supporto”.

E l’Istituto europeo di tecnologia (Eit)?
“È molto importante. La Commissione europea ha chiesto all’Istituto di lavorare di più come le autorità locali. L’Istituto ha il suo quartier generale a Budapest, ma ha uffici in ogni Stato membro. Tutti questi uffici dovranno dare il loro contributo”.

L’industria in tutto questo che ruolo gioca?
“Gioca un ruolo fondamentale, perché qui si parla di sviluppo, sviluppo industriale. Le cinque missioni dell’Ue rientrano nel campo delle ricerca, sono finanziate dal programma europeo per la ricerca Orizzonte Europa, e dunque, quando si parla di industria, si tratta di puntare su più ricerca e sviluppo. Serve una svolta, perché ancora non abbiamo tutte le tecnologie che servono per avere una società pulita a emissioni zero. Per questo dobbiamo mobilitare la conoscenza”.