“Negli anni immediatamente precedenti la crisi che stiamo fronteggiando, immaginare una infrastruttura, proprio mentre decollava il dibattito sulla transizione energetica, ha fatto ritenere a molti che il rischio fosse quello che sarebbe potuta diventare nell’arco di un tempo troppo breve una stranded asset, cioè superata dai tempi”. Così il direttore public affairs di Eni, Lapo Pistelli, in audizione davanti alle commissione riunite Attività produttive ed Esteri della Camera, nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni sulla partecipazione dell’Italia al progetto per la realizzazione del gasdotto EastMed. Un altro elemento di “perplessità che l’industria aveva in quegli anni era il tema di come pagare l’infrastruttura – aggiunge -, atteso che fino al decollo dei prezzi nel 2021 il prezzo del gas era estremamente basso e conveniente. Dunque, il tempo di payback ad una infrastruttura così importante, stimabile tra gli 11 e 12 miliardi di dollari, realisticamente sarebbe stato eccessivamente lungo. Adesso l’interesse è rinato, a seguito della diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.