“Quello che occorre fare è molto complesso: assicurare l’uscita delle navi dai porti ucraini, sminare le acque, custodire l’uscita delle navi da parte di Paesi terzi in modo che questo non diventi un pretesto da parte delle navi russe di entrare e attaccare l’Ucraina. Vari Paesi si sono offerti per alcuni di questi porti, chiaramente l’unica soluzione possibile è una Risoluzione delle Nazioni Unite, garantendo gli ucraini dalla sorpresa di un attacco russo, i russi contro la possibilità che alcune di queste imbarcazioni possano portare armi e pure che lo sminamento venga fatto secondo le regole dell’Onu. Una Risoluzione era stata preparata, però è stata respinta dalla Russia. Questa è la situazione attuale”. Lo dice il premier, Mario Draghi, in un punto stampa da Kiev, al termine dell’incontro con il presidente ucraino, Volodimir Zelenski, assieme ai leader di Francia e Germania, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, rispondendo a una domanda sullo sblocco del grano fermo nei porti dell’Ucraina. “Tutti, in primo luogo il segretario generale Guterres, stanno lavorando su questo, ci sono incontri delle Nazioni Unite a Mosca in questi giorni, c’è grandissima preoccupazione – aggiunge -. Oggi ho cercato di capire quali possano essere i tempi per lo sminamento dei porti e la risposta è stata che potrebbero servire almeno due settimane. I nuovi raccolti che verranno e dovranno essere depositati nei silos oggi pieni, arriveranno verso settembre. Bisogna anche pensare alla distribuzione di questo grano nei Paesi che hanno più bisogno, quindi una delle richieste che farò al segretario generale delle Nazioni Unite, nel prossimo incontro del G7, sarà di avere una linea temporale, un programma”. (Segue)