Quarantatre senatori del MoVimento 5 Stelle hanno depositato un’interrogazione al ministero dello sviluppo economico a proposito delle speculazioni che stanno facendo aumentare il prezzo alla pompa della benzina in modo del tutto ingiustificato. L’atto, primo firmatario il senatore pentastellato Iunio Valerio Romano, premette che “negli ultimi mesi il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile; in tale data la benzina, senza il taglio delle accise pari a 30,5 centesimi di euro scattato solo il 22 marzo 2022, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self service, mentre il gasolio 1,966 euro; attualmente il petrolio si attesta attorno ai 120 dollari al barile, mentre la benzina costa in media 2,069 euro al litro e il gasolio 2,006 al litro, malgrado il taglio delle accise e benché le quotazioni del petrolio siano calate dell’8,4 per cento rispetto a marzo 2022”. Considerando inoltre che “l’aumento spropositato e ingiustificato dei carburanti produce per una famiglia che effettua due pieni al mese di circa 50 litri una spesa di 384 euro in più all’anno, facendo, peraltro, lievitare a dismisura i prezzi dei beni di largo consumo, trasportati per oltre l’86 per cento su gomma”, e considerando che “i listini non crescono per l’andamento del petrolio, ma soprattutto a causa di una speculazione del tutto evidente”, i senatori del M5S chiedono al ministero dello sviluppo economico “quali iniziative intenda adottare per comprendere se sia in atto una speculazione attraverso un ingiustificato aumento dei listini dei carburanti alla pompa, che salgono nonostante il calo del petrolio, e se intenda promuovere accertamenti sul territorio con riguardo a manovre speculative su merci e aggiotaggio”.