Fercam, società altoatesina di logistica, 1 miliardo di fatturato, si sta attrezzando per ripensare i parchi logistici secondo una logica che non sia solo di risparmio energetico e di performance dell’edificio. Ma come un ecosistema coerente, progettato per minimizzare sia l’impatto sull’ambiente che i tempi di rifornimento dei mezzi e la loro movimentazione negli spazi a disposizione. “Abbiamo iniziato – ha spiegato Dino Menichetti, regional manager di Fercam – con un progetto di relamping a led e sensori intelligenti sui 34 impianti di proprietà e l’autoproduzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici che entro l’anno ci consentirà di ottenere 4,5 megawattora. Ora ci stiamo dedicando alla progettazione di aree di stoccaggio e ricarica per i nostri veicoli a emissioni zero, introdotti per la distribuzione last mile, mantenendo libero l’accesso alle ribalte. Insieme ai ricercatori del Cnr-Itae stiamo studiando soluzioni di ricarica mobili, che possono essere avvicinate all’occorrenza ai mezzi. Per l’abbattimento delle emissioni dei mezzi pesanti – prosegue Menichetti – abbiamo investito su veicoli a Lng, con l’obiettivo di sostituire progressivamente la fornitura di metano fossile con biometano da fonti rinnovabili e partecipiamo a progetti di ricerca per un futuro utilizzo di idrogeno nei trasporti”.
Dalla necessità di offrire ai camionisti un’area break «è nata – racconta Menichetti – l’idea di riutilizzare container dismessi e pallet in legno a perdere, per creare una zona relax confortevole ed ecosostenibile. A partire da questa esperienza, Fercam ha costituito – lo scorso dicembre – Echo Labs, società non profit del gruppo”.