Arera: “Inverno-autunno delicati, subito piani risparmio”

La relazione 2022 dell'Autorità di regolazione per l'energia reti e ambiente ha quattro grandi direttrici: l'elettricità, il gas, l'acqua e i rifiuti

Le parole d’ordine sono “risparmio” e “pianificazione“. La relazione 2022 dell’Autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente ha quattro grandi direttrici: l’elettricità, il gas, l’acqua e i rifiuti. Temi sempre molto caldi, ma che negli ultimi mesi – e soprattutto nei prossimi – resteranno centrali nel dibattito politico, ma soprattutto nella quotidianità degli italiani. Tutto parte, però, da una frase in particolare, pronunciata dal presidente di Arera, Stefano Besseghini, presentando il documento: “La situazione dell’energia, dell’economia e della nostra società tutta in Europa è radicalmente e drammaticamente cambiata dal 24 febbraio di quest’anno con la brutale immotivata e condannata aggressione della Russia ad uno stato sovrano, l’Ucraina“. Infatti, avverte: “L’autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati da dover affrontare”, e per questo invita ad “applicare da subito il risparmio energetico” e predisporre “piani dettagliati con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura di gas“. Lo stop dalla Russia è un rischio sempre più concreto.

Il conflitto ha stravolto un quadro messo già a dura prova dalla speculazione di inizio anno. Vanificando quei timidi segnali positivi registrati nel 2021, che infatti l’autorità rileva nel suo report. Perché lo scorso anno si è verificata una “ripresa dei consumi di gas a livello globale (+4,5%), con livelli superiori a quelli pre-Covid” oltre la soglia dei 4mila miliardi di metri cubi, soprattutto in funzione della ripresa dei consumi dell’industria e della produzione elettrica. Già nel 2021, però, si erano avute le prime avvisaglie di uno “straordinario rialzo dei prezzi europei e asiatici“, tanto che “all’hub italiano Psv le quotazioni sono passate dai 19,8 euro per megawattora di gennaio ai 109,5 euro di dicembre“. Nel nostro Paese, però, nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi (+8,1%), mentre la produzione nazionale ha toccato il suo minimo storico di 3,3 miliardi di metri cubi (-16,7%) con un incremento del 9,9% delle importazioni. Il dato particolare è già lo scorso, pur restando il nostro primo fornitore, dalla Russia iniziavamo a comprare di meno, scendendo al 40%. Allo stesso tempo è salita la quota dall’Algeria (dal 22,8% al 30,8%) e subito dopo dall’Azerbaigian (9,9%). Significativi anche i risultati dell’export italiano verso l’estero, salito al 500%. Per quanto riguarda i prezzi, invece, quelli del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo, mentre per i clienti industriali sono risultati inferiori a quelli dell’Area euro in quasi tutte le classi.

Per quel che concerne l’altro grande fattore di incertezza, l’acqua, soprattutto in questo drammatico periodo di siccità, per l’Arera le perdite negli impianti nel 2021 restano a livelli molto alti, il 40,7%, ma in lieve rialzo rispetto al 41,2% del 2019. Anche per quanto riguarda le interruzioni idriche è stata registrata una riduzione media del 31 percento, ma con un divario Nord-Sud sempre più ampio. La spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica residente tipo (famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 metri cubi), ammonta poi a 322 euro l’anno a livello nazionale, sempre con una diseguaglianza tra Settentrione, Centro e Meridione. Il dato positivo dello scorso anno è che sono stati predisposti 15,6 miliardi di investimenti sulla rete idrica, con una percentuale di realizzazione degli interventi di circa 97.

Per quanto riguarda l’energia elettrica, l’aumento dei consumi è di circa il 6%, ma sul totale della produzione il gas pesa ancora per il 49,5 percento (tutto il termoelettrico rappresenta il 59,3%), mentre le rinnovabili per il 40%, l’eolico per il 10,8% ed è rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica (25 terawatt) con un aumento dello 0,5. “È certo che il tema della sicurezza della fornitura ha ripreso centralità“, dice Besseghini, riconoscendo che c’è stata comunque una “diversificazione delle rotte di approvvigionamento” oltre a un “deciso impulso allo sviluppo delle rinnovabili“. Sebbene ricordi che “le infrastrutture energetiche richiedono l’accettazione delle comunità“.

Arera tocca anche la questione rifiuti. “Nel 2021, il processo di approvazione delle predisposizioni tariffarie relative agli anni 2020 e 2021 è stato condizionato dal protrarsi dell’emergenza sanitaria legata al virus Covid-19“, sottolinea l’autorità. Registrando che il “Metodo tariffario copre circa 50 milioni di abitanti“, ma anche un aumento degli iscritti all’Anagrafica operatori: “7.843 soggetti (erano 7.470 nel 2020), con un incremento di circa il 370 unità rispetto all’anno precedente” e questo “conferma la complessità e la frammentarietà della governance di settore“. Infine, Arera, rileva una “disomogeneità“, sia di prezzo che di attività, tra i vari tipi trattamento, incenerimento e discarica. Tutti segnali che la strada da fare è ancora lunga.