Qualcuno lo chiama posizionamento strategico, i più maligni la considerano una mossa solo da campagna elettorale. Comunque la si voglia considerare, la scelta di Giorgia Meloni di mettere la questione internazionale al centro della sua azione segna una svolta nel centrodestra. “Non a caso da anni coltivo relazioni importanti a livello europeo e internazionale – spiega -, perché so perfettamente quanto la nostra economia sia interdipendente dai mercati, dai nostri partner commerciali, dalle scelte dell’Unione europea, della Bce. A maggior ragione oggi, in uno scenario che rischia di metterci difronte a un inverno molto difficile, con la crisi del gas, l’inflazione, l’aumento e forse una nuova ondata di Covid“.
Per la prima volta, poi, anche la leader di Fratelli d’Italia, che ha fatto opposizione nell’ultimo anno e mezzo, richiama e garantisce che porterà avanti uno dei temi più importanti della cosiddetta ‘Agenda Draghi’. “Intendiamo continuare l’impegno del governo per un tetto europeo al prezzo del gas, perché questo ci consente di frenare la speculazione e alleggerire le bollette“, dice ai microfoni di ‘Radio Monte Carlo’. Con un distinguo, però. “A differenza dell’esecutivo uscente, vorremmo chiedere a livello internazionale, in sede europea e occidentale in particolare, di istituire dei meccanismi di compensazione per le economie che stanno pagando un prezzo maggiore per le sanzioni” alla Russia. Perché “bisogna distribuire adeguatamente oneri e onori“.
Prima della sfida in Europa, in caso di vittoria il centrodestra dovrà risolvere altri problemi interni, a proposito di gas. Uno su tutti: cosa fare con il rigassificatore di Piombino? Sul tema è tornato anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che in un colloquio con ‘Il Foglio’ ha ribadito: “Per essere padroni del nostro destino occorre avere una capacità superiore rispetto a quella che abbiamo, come capacità di trasformazione della Gnl, e per farlo ci servono due navi di rigassificazione, come quelle che abbiamo già acquistato e che resteranno non per 30 anni ma per due anni in porti come quello di Piombino“. Il responsabile del Mite, complice anche il periodo di riposo e il giro in moto durante la chiacchierata con il direttore del quotidiano, si lascia andare ad alcune considerazioni. Innanzitutto su quello che serve per una vera transizione: “Porre un freno all’ambientalismo ideologico, all’egemonia delle burocrazie e alla sindrome Nimby“.
Dunque, anche il nucleare, anche se non per l’immediato: “Oggi si può parlare di centrali di quarta generazione, di fusione, di futuro. Non dico che è una soluzione pronta, ma dico che lasciarsi aperte le porte per studiare è saggio, è corretto. Ci sono nuove tecnologie in arrivo e discuterne non può più essere un tabù“. Sulle forniture russe rassicura, “credo che l’Italia sia all’interno di un perimetro di sicurezza energetica credibile“, peraltro l’obiettivo del 90% di stoccaggi pieni sarà raggiungibile “entro ottobre-novembre“. Poi, forse inconsciamente, lascia un suggerimento al prossimo governo. “Abbiamo il gas, abbiamo le alternative, abbiamo una strategia, abbiamo un progetto e abbiamo la forza di poter trasformare la nostra nuova posizione di forza in una grande leva anche per far pesare la nostra politica estera“. Perché “nessun Paese come l’Italia può vantare di avere cinque gasdotti che arrivano sul suo territorio e che nessun Paese come l’Italia può candidarsi a essere il nuovo hub energetico dell’Europa”. Ecco perché, a suo avviso, abbiamo davanti “un’opportunità geopolitica enorme“.
Eppure c’è anche chi si lamenta di mancanze in questa campagna elettorale: “Tra i grandi assenti nei temi c’è la lotta alla crisi climatica. Sembra incredibile ma è così“, scrive il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, in una lettera al direttore del ‘Corriere della sera’. Proprio all’indomani della presentazione delle linee programmatiche del centrodestra, che dedica tre dei quindici punti ad Ambiente, Agricoltura e Transizione ecologica. Con una proposta che arriva dalla Calabria, dove il presidente della Regione, il forzista Roberto Occhiuto, in caso di successo della sua coalizione il 25 settembre, si candida per dare una mano alla strategia energetica del Paese: “Se il centrodestra dovesse vincere le elezioni chiederò al prossimo ministro competente di puntare sul rigassificatore che Sorgenia e Iren sono pronti a costruire, facendola diventare un’opera strategica per il Paese a maggior ragione dopo l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina“. Si avvicina Ferragosto e il clima politico inizia davvero a scaldarsi.