Un investimento geopolitico per l’intera Unione europea. Polonia e Slovacchia hanno inaugurato il primo interconnettore del gas per collegare le reti dei due Paesi e contribuire a diversificare le rotte di approvvigionamento. L’evento inaugurale che si è tenuto a Strachocina, in Polonia, pone fine a otto anni di lavori di costruzione per mettere in piedi l’infrastruttura che renderà possibile importare 5,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno in Polonia e 4,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno in Slovacchia. I lavori sono stati in parte sostenuti dal programma europeo ‘Connecting Europe Facility’, con un finanziamento totale da parte di Bruxelles di oltre 100 milioni di euro.
L’infrastruttura – lunga in tutto 165 km – è parte centrale del Corridoio del Gas Nord-Sud nell’Europa Centro Orientale e Sud Orientale e consente di dar vita a una nuova rotta di trasporto del gas. Mette in connessione il terminale di gas naturale liquefatto (Gnl) di Swinoujscie, in Polonia nordoccidentale, con la stazione di compressione di Veľké Kapušany in Slovacchia, ma consente l’accesso al gas dal terminale GNL di Klaipeda (in Lituania), dall’interconnessione del gas Polonia-Lituania (GIPL), dal gasdotto del Baltico e dall’interconnessione Slovacchia-Ungheria, riducendo la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia e creando nuove rotte di approvvigionamento nella regione.
L’infrastruttura è diventata un progetto di interesse comune nel 2013 e da allora la Commissione Europea ha finanziato parte dei lavori. Il nuovo interconnettore del gas tra Polonia e Slovacchia inaugurato oggi “migliorerà notevolmente la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Ue e la resilienza del nostro sistema energetico, in linea con i nostri obiettivi REPowerEU”, ha sottolineato la commissaria europea per l’energia Kadri Simson, congratulandosi “con i gestori dei sistemi di trasmissione, Gaz-System ed Eustream, nonché i governi di Polonia e Slovacchia, per la loro efficace collaborazione e per aver completato il progetto in circostanze difficili“, come la guerra di Russia in Ucraina. L’Unione europea si è impegnata attraverso il piano REPowerEu presentato lo scorso maggio ad azzerare le importazioni di gas russo al più tardi entro il 2027, da una parte perché la Russia si è dimostrata un partner inaffidabile, dall’altra per la necessità di smettere di finanziare se pure indirettamente la guerra del Cremlino in Ucraina.