Gazprom annuncia che il Nord Stream 1 sarà “completamente” chiuso fino alla riparazione di una turbina, motivando la decisione con l’individuazione di “perdite di olio” nella turbina durante l’operazione di manutenzione. “Pretesti fallaci“, lamenta la Commissione Ue, per cui la mossa del colosso è “un’altra conferma della sua inaffidabilità come fornitore. È anche la prova del cinismo della Russia, che preferisce bruciare il gas invece di onorare i contratti“, dichiara il portavoce-capo della Commissione Ue, Eric Mamer.
“Non è vero che la Russia può sospendere così rapidamente le forniture, perché non ha altri grandi gasdotti dove poter mettere questo gas e venderlo altrove. Quindi, diciamo che è un po’ una partita di poker“, commenta il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ai microfoni del Tg1.
Questa mattina alle 6 il prezzo sul mercato di Amsterdam era calato a 221 euro al megawattora, sulla scia della possibilità che Gazprom potesse riaprire i flussi di Nord Stream 1 da domani.
Prosegue quindi lo scontro tra Russia e Unione europea: a dar fuoco alle polveri è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, secondo cui è tempo di imporre un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa. “I russi preferiscono bruciare il gas piuttosto che venderlo, dobbiamo studiare il disaccoppiamento del gas dall’elettricità”, ha dichiarato a margine della giornata di clausura dell’Unione in Baviera. Immediata la risposta di Mosca che ha prima minacciato poi annunciato la chiusura del gasdotto. “Il gas russo non ci sarà più” in Europa se l’Unione Europea imporrà un tetto al prezzo, ha spiegato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. “Sarà come per il petrolio – ha avvertito – Semplicemente non ci sarà gas russo in Europa“.
Da tempo, in sede europea, l’Italia chiede che venga adottata una misura del genere, soprattutto per calmierare il prezzo dell’energia anche in vista dell’autunno e dell’inverno, ma l’opposizione di alcuni paesi del Nord Europa, e della stessa Germania, hanno bloccato, finora, questa strada. Percorso però che oggi, dopo l’accordo del G7 a discutere su un ‘price cap’ al petrolio russo, sembra più agevole. “Al G7 delle Finanze passo avanti decisivo sul tetto al prezzo del petrolio russo. Ora mostrare la stessa determinazione in Ue per ottenere il tetto massimo al prezzo del gas. Basta speculazioni, bisogna sostenere famiglie e imprese“, ha subito twittato il ministro degli Esteri italiano e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio.
Se nei giorni scorsi Gazprom aveva annunciato che il 3 settembre Nord Stream, dopo un’interruzione di tre giorni dovuta a misure preventive, avrebbe ripreso il suo lavoro (o almeno del 20%), il Cremlino aveva già messo in guardia sulla reale ripresa di operatività. “L’affidabilità del gasdotto è minacciata a causa della mancanza di riserve tecnologiche”, aveva annunciato il portavoce, Dmitry Peskov, parlando delle prospettive per il funzionamento del gasdotto Sp1 e della possibilità di nuove riparazioni. “Non ci sono riserve tecnologiche, solo una turbina funziona, quindi fate i conti“, aveva aggiunto rimarcando che “la colpa non è di Gazprom”.