L’Italia non molla pressing su Ue per price cap. Mattarella: “Urgentissimo”

"Se fosse stato adottato quando il Paese lo aveva proposto, avremmo evitato alcune delle conseguenze di rincaro dell'energia", ha detto il capo dello Stato

L’Italia torna a battere i pugni a Bruxelles per il tetto al prezzo del gas. “Dobbiamo vincere questa battaglia, anche se c’è ancora un’Europa che litiga sull’argomento, ed è sbagliato. Dovremmo essere tutti uniti e non è avvenuto, torneremo alla carica sui tavoli istituzionali“, assicura il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Da Skopje, in visita al presidente macedone, scende in campo anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella: “È urgentissimo procedere, superando le ultime resistenze“, preme. Roma ha chiesto all’Unione europea il price cap al gas già quattro mesi fa: “Se fosse stato adottato quando l’Italia lo aveva proposto, avremmo evitato alcune delle conseguenze di rincaro dell’energia“, osserva.

A Bruxelles, in prima linea, c’è il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Si è registrata una “maggioranza molto forte” in seno al Consiglio anche sull’introduzione di un tetto al prezzo del gas per mitigarne l’aumento: “Abbiamo fatto presente al presidente che è necessario inserirlo nel mandato alla Commissione” per chiederle “di elaborare uno scenario”, fa sapere.

Davanti a “questo impensabile aumento sconsiderato” dei prezzi dell’energia, seguito alla “sciagurata aggressione della Federazione russa all’Ucraina“, per Mattarella la via percorribile è una: “La nostra convinzione è che occorra una grande solidarietà – scandisce – e che l’Unione europea debba predisporre meccanismi che comprendono anche i Paesi dei Balcani occidentali per avere insieme prospettive concrete di far fronte con efficacia ai problemi che questa crisi pone, in maniera non teorica, ma concreta e veloce“.

La crisi piega famiglie e imprese. È per questo che il richiamo del presidente della Repubblica è a creare, “di fronte a problemi così gravi che nessun Paese da solo può risolvere, dei meccanismi di solidarietà nell’Unione europea che – ripete – devono abbracciare anche i Paesi dei Balcani occidentali, ad esempio per l’acquisto comune, di cui già si parla, di gas, gas liquefatto e idrogeno“. L’opera che sta si compiendo in Italia di affrancamento dalla Russia, osserva, vuole “evitare che il gas e l’energia divengano uno strumento di pressione politica o di speculazione“.

La preoccupazione del ministro degli Esteri, per chi anche a Roma storce il naso davanti alle sanzioni e “strizza l’occhio a Putin e Orban” è che causino al Paese un isolamento dall’Unione europea e mettano a rischio i fondi del Pnrr: “Questo è il problema in Europa, quando alcuni partiti o leader europei alleati con Meloni fanno certe scelte (opponendosi al price cap sul gas, ndr), isolano anche l’Italia. Noi stiamo rischiando tantissimo. Lo dico perché se ci isoliamo rispetto all’Europa perdiamo i soldi del Pnrr“.