Passare da un mercato “di nicchia” a uno per la produzione di energia su larga scala. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lancia da Strasburgo l’idea di dare vita una nuova Banca pubblica europea dedicata allo sviluppo dell’idrogeno su larga scala, che sarà in grado di investire almeno 3 miliardi di euro nei prossimi anni “per costruire il mercato futuro” dell’energia in espansione che, secondo Bruxelles, sarà “l’economia del futuro”. L’occasione è il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato da von der Leyen di fronte all’Europarlamento di Strasburgo, una iniziativa con cui la leader dell’Esecutivo comunitario ha tirato le fila dei dodici mesi appena trascorsi e guardando avanti alle iniziative legislative a cui intende dedicarsi nel prossimo anno.
Tra queste, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia europea, c’è anche la spinta sull’idrogeno che von der Leyen considera “un punto di svolta per l’Europa”, ormai alle prese con l’obiettivo di affrancarsi dalla dipendenza energetica da Mosca da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Nel piano ‘REPowerEu’ presentato lo scorso maggio, Bruxelles ha fissato a 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e a 10 milioni di tonnellate di importazioni ogni anno entro il 2030 l’obiettivo per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e sostituire il gas naturale, il carbone e il petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare. Per accelerare la diffusione di idrogeno verde su larga scala, la Commissione ha stanziato già 200 milioni di euro per la ricerca e dovrà pubblicare due atti delegati sulla definizione e la produzione di idrogeno rinnovabile per garantire che la produzione porti a una decarbonizzazione netta.
Per centrare gli obiettivi al rialzo del Repower, ha spiegato la presidente, “dobbiamo creare un market maker per l’idrogeno, al fine di colmare il divario di investimenti e collegare la domanda e l’offerta future”. La Banca servirà a questo, a creare un mercato favorevole per lo sviluppo dell’idrogeno attingendo in sostanza a risorse già esistenti, in particolare il Fondo per l’innovazione. “Questo è il modo in cui diamo energia all’economia del futuro”. A metà luglio la Commissione europea ha dato via libera al primo progetto di interesse comune per la ricerca e lo sviluppo dell’idrogeno, che coinvolge 15 Paesi membri, tra cui anche l’Italia. Il secondo progetto dovrebbe seguire nei prossimi mesi. Sviluppare un’economia dell’idrogeno pulito rientra tra gli sforzi dell’Unione europea per raggiungere la neutralità climatica, zero emissioni nette, entro il 2050. L’obiettivo prioritario dell’Esecutivo è quello di far leva prima possibile sull’idrogeno verde, chiamato così perché prodotto da energie rinnovabili tramite un processo di elettrolisi dall’acqua, allo scopo di decarbonizzare il mix energetico dell’Unione, favorendo anche la transizione dei settori più inquinanti che hanno maggiori difficoltà ad abbandonare le fossili in particolare ai trasporti, all’industria siderurgica (potrebbe essere il caso dell’impianto dell’Ilva di Taranto) e a quella chimica.