Nel 2021 la povertà assoluta in Italia è stata ai massimi storici (toccati nel 2020, con la pandemia da Covid-19). L’allarme lo lancia Caritas, nel rapporto su povertà ed esclusione sociale, dal titolo ‘L’anello debole’. Le famiglie in povertà assoluta sono 1 milione 960mila, 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%).
Un elemento pesa negli ultimi mesi e riguarda l’inflazione elevata, fenomeno che, sottolinea il braccio pastorale della Cei, “le famiglie non sono abituate ad affrontare“. Questo produrrà nuovi aumenti della povertà, perché l’incremento dei prezzi si concentra sulle spese per generi alimentari ed energia, che hanno un peso maggiore nel paniere di consumo delle famiglie a reddito basso.
“Dobbiamo essere ancora più fermi nell’indicare le soluzioni, anche nell’emergenza“, avverte il cardinale presidente dei vescovi, Matteo Zuppi, che invita l’esecutivo che verrà a mantenere l’impegno del Reddito di cittadinanza. “Speriamo che il governo sappia affrontare con molto equilibrio questo problema“, afferma. Il reddito è stato percepito da 4,7 milioni di persone, ma “raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti“, quindi propone un “aggiustamento“, ma “mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa zona retrocessione“.
A fronte delle vulnerabilità e dei bisogni della popolazione, sono tanti e diversi gli interventi della rete Caritas. Uno di questi è l’erogazione di sussidi economici per supportare il pagamento degli affitti e delle bollette e di cui hanno beneficiato soprattutto le persone di cittadinanza italiana.
Emblematico il caso della diocesi di Potenza, dove nel primo semestre 2022, c’è stato un cambiamento deciso delle richieste di sostegno, in continua e costante crescita, almeno fino al mese di maggio (periodo di fisiologico calo dei consumi di gas per l’arrivo dei mesi estivi). In questo periodo, le difficoltà economiche causate dal caro-bollette, si sviluppano e vengono intercettate in modo progressivamente crescente, riguardando nel 41% dei casi persone che non si erano mai rivolte alla Caritas.
L’impatto della crisi energetica ha prodotto, quindi, in un breve lasso temporale, un’impennata di richieste di aiuto e “sembra quasi aver modificato le priorità economiche delle persone rispetto alla richiesta di sussidi economici necessari per far fronte alle cosiddette spese primarie“, rileva il rapporto. Mentre a livello nazionale il fenomeno non è ancora rilevabile appieno, anche per motivi di aggiornamento dei dati, su base locale è invece possibile approfondire la questione: mentre nel 2021 il pagamento delle utenze rappresentava la metà delle richieste di aiuto economico, nei primi sei mesi del 2022, le richieste evase per il pagamento di bollette si attestano al 63%, riducendo di oltre il 14% la restante quota di richieste di aiuto economico per altre spese basilari. I bisogni economici legati al pagamento delle utenze domestiche diventano così predominanti, rischiando di creare un “vero e proprio cortocircuito” sul soddisfacimento di altri bisogni primari che sembrano quasi scomparire tra le richieste di aiuto registrate dal Centro di Ascolto.