La Commissione europea ha proposto una revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane nel pacchetto ‘inquinamento zero’ che prevede di arrivare alla neutralità energetica del settore entro il 2040 e di migliorare la qualità dei fanghi per consentirne un maggiore riutilizzo, contribuendo a un’economia più circolare. La proposta ha una duplice natura: garantire ai cittadini fiumi, laghi, falde acquifere e mari più puliti e rendere il trattamento delle acque reflue più efficiente in termini di costi.
Nella revisione della direttiva sarà incluso l’obbligo di recuperare i nutrienti dalle acque reflue, nuovi standard per i microinquinanti e nuovi requisiti di monitoraggio per le microplastiche. Gli obblighi di trattamento delle acque reflue urbane saranno estesi ai comuni fino a 1.000 abitanti (dagli attuali 2.000) e le città più grandi dovranno stabilire piani di gestione idrica integrata. Infine, la Commissione propone anche di monitorare “sistematicamente” le acque reflue per diversi virus, tra cui il CoV-SARS-19.
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