Il 60% dell’energia prodotta da Enel è attualmente a zero emissioni. L’obiettivo, fissato al 2040, di essere una società carbon neutral si avvicina sempre di più. La società guidata da Francesco Starace chiude i primi 9 mesi del 2022, un anno irripetibile per le condizioni del mercato dell’energia, con ricavi in aumento dell’84% a 108 miliardi. Crescono anche i margini, tuttavia l’utile è inferiore a quello dello scorso anno (poco meno del 30%), anche se l’amministratore delegato fa sapere che gli oltre 5 miliardi di profitti previsti per fine anno sono confermati. Al punto che il gruppo decide di staccare un anticipo di dividendo di 20 centesimi (+5,3% rispetto a gennaio), che ai prezzi di chiusura in Borsa, rappresenta un rendimento di poco inferiore al 5%. Ed è confermato una cedola complessiva per l’esercizio 2022 pari a 0,40 euro per azione.
Quello che balza all’occhio, comunque, leggendo il bilancio da gennaio a settembre è la cifra relativa agli investimenti: più o meno 10 miliardi. Quasi tutti destinati sulle rinnovabili e sull’efficientamento della rete, che non è un cavo qualunque ma un insieme di dati grazie ai quali l’intero sistema evita problemi parlando con contatori all’avanguardia in Europa. Nel dettaglio gli investimenti ammontano a 9.309 milioni di euro, in aumento di 1,4 miliardi rispetto all’analogo periodo del 2021 (+17,8%). In particolare, nei primi nove mesi del 2022 si registra l’incremento degli investimenti: di Enel Green Power, soprattutto in Italia, Stati Uniti, Canada, Spagna, Cile, Perù e Australia; di Enel Grids, soprattutto in Italia, Brasile, Argentina e Spagna, per il miglioramento della qualità della rete; nei Mercati Finali in Italia e Spagna; di Enel X in Italia, Spagna, Stati Uniti, Perù, Brasile e Colombia.
E gli investimenti, come dimostrano i numeri di utili e ricavi, danno frutti.
Basti considerare che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, includendo anche i volumi da capacità gestita, è stata ampiamente superiore rispetto a quella termoelettrica, raggiungendo i 91,9 TWh (88,2 TWh nell’analogo periodo del 2021, +4,2%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 70,3 TWh (63,5 TWh nell’analogo periodo del 2021, +10,8%). Ora la produzione a zero emissioni ha raggiunto il 60% della generazione totale del gruppo considerando unicamente la produzione da capacità consolidata, mentre è pari al 61% includendo anche la generazione da capacità gestita.
Nell’ultimo trimestre del 2022, si prevede dunque di proseguire con il piano di investimenti nella generazione rinnovabile, nelle reti e nell’elettrificazione dei consumi, in linea con la strategia di decarbonizzazione.
“I risultati dei primi nove mesi del 2022 dimostrano la resilienza di Enel” ha commentato Starace. Ora “proseguiamo i nostri investimenti nelle rinnovabili e nelle reti per accelerare la transizione verso fonti di energia sempre più sostenibili e favorire l’indipendenza energetica nei Paesi in cui operiamo, contribuendo a ridurre la volatilità dei prezzi a tutela dei clienti finali. La positiva evoluzione della performance operativa, la nostra solidità finanziaria e il piano di semplificazione societaria in atto ci consentono di guardare con ottimismo agli obiettivi futuri, anche in previsione del perdurare di un quadro generale complesso”.