Italgas, laboratorio per l’idrogeno in Sardegna: uso flessibile ma troppo costoso

Paolo Gallo, ad della Società, sottolinea che i tempi di attesa sono lunghi: “Per l'era dell'idrogeno ci vanno ancora dai cinque ai dieci anni”

Italgas

“Nella visione della Comunità europea, il 50% del gas che arrivava dalla Russia dovrà essere rimpiazzato di qui al 2030 da biometano e idrogeno, in egual misura. Il 50% sono 75, quasi 80 miliardi di metri cubi di gas. Vuol dire che il ruolo di biometano e idrogeno diventa fondamentale. In più si accelera la transizione energetica perché metà di quel gas si rimpiazza con gas che sono rinnovabili e a zero contenuto di C02”. Il futuro lo ha tracciato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, in un’intervista che ha concesso a GEA a metà dicembre 2022. In quella dichiarazione, di per se stessa abbastanza asciutta, sono contenuti gli sforzi che dovranno essere compiuti per superare la crisi energetica e per guardare al domani senza l’angoscia addosso. Conviene che tutti facciano l’abitudine a queste due parole, biometano e idrogeno, perché da loro passa la modernizzazione energetica, più ancora che dal nucleare, fonte di paure e forse pregiudizi in Italia.

Non è casuale che Italgas stia sperimentando la produzione dell’idrogeno in Sardegna con una factory all’avanguardia, anche se i tempi che si profilano non sono rapidissimi. “Per dare vita all’era dell’idrogeno ci vanno ancora cinque, sette, dieci anni”, ha sottolineato il mese scorso Gallo. “Noi in Sardegna stiamo facendo attività di ricerca e sviluppo, più orientata sulle varietà di utilizzo dell’idrogeno. Testeremo la parte di elettrolisi, lo stoccaggio e poi lo utilizzeremo per la mobilità in virtù di un accordo con la locale società di trasporto pubblico, per una industria casearia che vuole rendere verde la propria produzione, infine miscelato al gas naturale nelle nostre reti”, resto della spiegazione che dà il senso di quanto potrà essere prezioso l’idrogeno verde in un orizzonte temporale non immediato ma nemmeno lontanissimo.

La flessibilità di impiego dell’idrogeno per adesso mal si sposa con i costi di produzione ancora elevatissimi, ‘figli’ di una carenza di tecnologia non ancora sperimentata. È sempre l’Ad di Italgas che ci conduce all’interno di un mondo solo parzialmente inesplorato: “La tecnologia di produzione dell’idrogeno verde esiste ma non è ottimizzata. E poi il costo dell’energia. L’idrogeno diventerà competitivo quando ci saranno talmente tante fonti da energia rinnovabile che avremo per tante ore dell’anno un surplus di produzione. Surplus che verrà utilizzato per produrre idrogeno”.