“In uno scenario particolarmente avverso si valutano le conseguenze per la nostra economia di un’interruzione permanente delle forniture di energia all’Europa da parte della Russia. La minore offerta di gas naturale sui mercati europei determinerebbe in primo luogo un forte aumento delle quotazioni delle materie prime energetiche, cui si accompagnerebbero una maggiore incertezza e un marcato indebolimento del commercio mondiale. Nel nostro paese gli effetti in termini di razionamento dei consumi di energia per uso industriale sarebbero limitati, grazie all’elevato livello delle scorte, ai risparmi nell’impiego di energia e all’ulteriore progressiva sostituzione delle importazioni dalla Russia con altre fonti di approvvigionamento. Questi sviluppi determinerebbero un deterioramento dell’attività economica e un più accentuato inasprimento delle condizioni di offerta dei finanziamenti, conseguente al peggioramento della qualità del credito. In tale scenario il prodotto si ridurrebbe di quasi l’1 per cento sia nel 2023 sia nel 2024 e crescerebbe moderatamente nell’anno successivo. L’inflazione al consumo salirebbe ulteriormente, avvicinandosi al 10 per cento quest’anno, per poi scendere fino a poco più del 4 nel 2024 e ridursi decisamente verso il 2 per cento nel 2025, quando l’impatto diretto e indiretto del rincaro dell’energia verrebbe compensato da quello di segno opposto derivante dal deterioramento delle condizioni cicliche. Quest’ultimo peserebbe sulla dinamica dei prezzi in maniera più persistente”. Lo si legge nell’ultimo Bollettino economico di Bankitalia.