Energia, Di Amato (Maire): Spinta su idrogeno e biogas

“Guardiamo al futuro valorizzando il passato dell’industria energetica italiana”. Lo dice Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, ora con il nuovo logo Maire. In una intervista a il Corriere della Sera, Di Amato spiega quali sono le strategie per il presente e il futuro di un’azienda che prevede di salire a 3,8-4,2 miliardi di ricavi nel 2023. Ci saranno due divisioni, “sustainable Technology Solutions amplierà il portafoglio tecnologico, anche grazie alla capacità del gruppo di co-investire in progetti sostenibili. Siamo già presenti nelle tecnologie dei biocarburanti, dei biopolimeri e polimeri biodegradabili, nel riciclo della plastica, nella cattura della CO2 e nell’idrogeno. La divisione potrà lavorare in tandem con l’altra unità, la Integrated E&C solutions, che rappresenta la nostra storica capacità impiantistica. Il 95% del nostro fatturato viene dall’estero ma portiamo le competenze italiane nel mondo”. L’impatto sul Paese dovrebbe essere molto positivo: “Prendiamo l’esempio del progetto di Roma dove producendo gas sintetico da rifiuti indifferenziati — che peraltro l’Italia è costretta a esportare — otterremo idrogeno ed etanolo, alternative più sostenibili per la mobilità. Con questo tipo di impianti si potrebbero recuperare dai 16 milioni di rifiuti che ogni anno vanno in discarica a livello nazionale fino a 1,6 milioni di tonnellate di idrogeno che equivale al 20% di quello che oggi si consuma in Europa. Insomma, l’Italia potrebbe diventare un hub di idrogeno autoprodotto, come se avesse quelle risorse naturali che il Paese non possiede, facendo lavorare la filiera, stringendo partnership con industria e finanza”.