“L’Ispra stima che in Italia i siti dove sarebbe possibile riprendere l’attività estrattiva sono circa 3000. L’auspicio è che le istituzioni possano fare la loro parte nell’agevolare gli investimenti in questo settore. L’attività mineraria non è un qualcosa che può ripartire solo con l’impegno delle aziende, nonostante queste siano disposte a realizzare i progetti facendo leva anche solo sulle proprie forze”. Così Marco Milani, direttore di miniera, racconta a La Stampa i progetti dell’azienda australiana Altamin Limited che opera nel settore minerario e con le controllate Energia Minerals e Strategic Minerals è attiva nell’esplorazione di metalli e sullo sviluppo di miniere industriali in Italia. Milani prosegue: “Il programma di ricerca di Punta Corna è finalizzato a determinare la presenza o meno di determinate mineralizzazioni indipendentemente dal loro potenziale futuro sfruttamento. La nostra ricerca per i minerali del cobalto prevede varie fasi di attività. Una prima fase prevede lo studio documentale delle zone interessate, unitamente ad escursioni a piedi con raccolta di campioni superficiali. Individuate le aree di maggior interesse, si passa quindi ad una seconda fase che prevede la realizzazione di alcuni sondaggi in superficie con la raccolta di campioni in modo da avere un riscontro fisico delle ipotesi fatte sulla presenza delle mineralizzazioni e, se possibile, della loro estensione. In questo contesto, a Punta Corna abbiamo completato la prima fase e ci stiamo organizzando per passare alla seconda fase”.