“Un rallentamento della nostra manifattura è probabile. Difficile non seguire il leader industriale europeo, di cui peraltro siamo grandi fornitori. E i fornitori, di solito, rallentano se uno dei principali clienti è in affanno”. Così Gian Maria Gros-Pietro in una intervista a La Stampa. Il presidente del Cda di Intesa San paolo aggiunge: “Il futuro non è scritto. In Italia il turismo e i servizi, più colpiti della manifattura durante il Covid, sono rimbalzati e hanno dato buona prova di sé, nel 2022 e nella prima parte di quest’anno. La dinamica dell’export è migliore per noi che per Francia e Germania. La Germania è un nostro grande cliente, ma non l’unico. Possiamo contare su una diversificazione delle esportazioni, geografica e merceologica. I nostri imprenditori possono cogliere il vento da qualunque parte arrivi, sono i più veloci nel cambiare orientamento alle vele”. Gros-Pietro ritiene che l’aumento dei tassi da parte della Bce sia corretto “perché questo è il suo mandato: la stabilità del valore della moneta. Il 2% di inflazione a cui tende può essere considerato una tassa equa sul denaro non reinvestito. Le monete lasciate in una cassaforte non producono niente, sono un danno sociale. Il denaro investito, al contrario, attiva produzione, lavoro”. Gros-Pietro sostiene che per la Bce “serve un atterraggio morbido: facile a dirsi, non facile a farsi”.