Per far accettare l’estensione della tassa sui veicoli inquinanti che rischia di pesare sulle finanze delle imprese, il Comune di Londra ha promesso aiuti più generosi. Senza calmare le preoccupazioni. In piena crisi di potere d’acquisto e in un’economia minacciata dalla recessione, l’estensione a tutta la Grande Londra di un’area che impone una tassa giornaliera di 12,50 sterline (14,60 euro) alla circolazione dei veicoli più vecchi, che entrerà in vigore martedì, ha creato non poche tensioni.
Un terzo delle aziende londinesi è preoccupato per l’impatto negativo dell’estensione della zona cosiddetta Ulez (zona a emissioni ultra basse) sui propri dipendenti, e il 40% di quelle con sede in periferia ritiene che la misura rischia di gonfiare i costi, come ricorda la Camera di Londra del Commercio e dell’Industria (LCCI). “Abbiamo esortato il sindaco di Londra a fare molto di più per garantire che le imprese, soprattutto le piccole imprese, non siano devastate”, ha spiegato James Watkins, un funzionario della LCCI. Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha illustrato all’inizio di questa settimana le condizioni che consentiranno la rottamazione dei vecchi furgoni a benzina o diesel in cambio di un bonus di 7.000 sterline, contro le 5.000 precedenti. Non vengono dimenticati i privati: tutti i londinesi potranno ricevere 2.000 sterline (2.300 euro) per liberarsi di un veicolo non conforme, quanto basta per rassicurare le aziende “preoccupate per i propri dipendenti”, assicura Watkins. Questa generosità ha un costo: il budget del Comune per questo bonus è stato gonfiato di 50 milioni di sterline, ed è arrivato a 160 milioni (quasi 190 milioni di euro).
Il sindaco laburista ha deciso di aumentare gli aiuti perché la sua politica, che dovrebbe ridurre l’inquinamento, è stata accusata di penalizzare i più indigenti. Questa lamentela non si limita al Regno Unito: le zone a basse emissioni create o rafforzate in tutta Europa, da Berlino a Bruxelles, passando per Parigi e Roma, attirano le critiche soprattutto dei partiti di destra. In Francia in particolare, diverse forze politiche, associazioni di automobilisti, ma anche organizzazioni professionali hanno espresso la loro contrarietà alle zone a traffico limitato previste in diverse città del Paese.
Nella capitale britannica, i servizi del sindaco assicurano che “migliaia” di veicoli usati siano disponibili sul mercato entro i limiti dell’importo del bonus. “La decisione di estendere la zona a bassissime emissioni a tutta Londra non è stata facile“, promette un portavoce del primo cittadino, assicurando in un comunicato che Khan “è stato al fianco delle aziende durante tutto questo processo”. Ma gli utenti “potrebbero dover pagare per un po’ le 12,50 sterline giornaliere della Ulez“, prima di trovare un veicolo sostitutivo, critica l’associazione degli utenti della strada RAC. Inoltre, “chi vive appena fuori dalla Grande Londra e si sposta nell’area più ampia con auto non conformi non ne beneficia“, lamenta l’associazione.