Secondo i dati Istat resi noti oggi, a luglio le vendite in valore al dettaglio salgono dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,7% su base annua. “Il rialzo è solo un miraggio dovuto all’inflazione”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Gli italiani continuano a spendere di più per avere di meno. Se, infatti, si scorpora l’inflazione, le vendite in volume scendono sia su giugno 2023, -0,2%, che su luglio 2022, -4,5%. Per quanto riguarda quelle alimentari, il divario su base annua tra vendite in valore (+5,6%) e in volume (-4,7%), pari a 10,3 punti percentuali, è un precipizio. Una cura dimagrante forzata, con le famiglie costrette, per poter arrivare alla fine del mese, a tirare la cinghia e a mangiare di meno rispetto allo scorso anno” prosegue Dona. “Urge un intervento del Governo per combattere l’inflazione, con un taglio delle accise dei carburanti e il ripristino degli sconti sulle bollette di luce e gas, sia delle famiglie che delle imprese, per evitare una ricaduta esponenziale sui prezzi finali dei prodotti” conclude Dona.
Secondo lo studio dell’associazione, se si traduce in euro il calo dei volumi consumati su luglio 2022, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 265 euro a prezzi del 2021, quelle non alimentari di 692 euro, per un totale di 957 euro. Una coppia con 2 figli acquista 361 euro in meno di cibo e 954 euro di beni non alimentari, per una cifra complessiva di 1315 euro” conclude Dona.