Libia, Wwf: Migliaia di vittime della crisi climatica

Il Libia “il ciclone Daniel è stato il sicario, ma i mandanti delle devastanti alluvioni che hanno provocato migliaia e migliaia di vittime in Libia (cifre sconvolgenti) sono il cambiamento climatico, la cattiva o inesistente pianificazione del territorio e la mancanza di sistemi di allerta”. E’ quanto afferma il Wwf in una nota. “In Libia – dice l’associazione – la furia del ciclone è stata alimentata da un mare da mesi molto caldo e in più, con le strutture estremamente carenti e il territorio edificato in modo non pianificato, è intervenuto su una situazione molto fragile. Siamo in attesa dell’esame da parte degli scienziati per stabilire di preciso il ruolo avuto dal cambiamento climatico nell’intensità estrema del ciclone, ma è comunque certo che il mare estremamente caldo nelle acque superficiali sia l’energia cui il ciclone ha attinto per rafforzarsi”.



La maggior parte dei libici, ricorda il Wwf, vive in aree costiere a rischio di inondazioni con l’innalzamento del livello del mare. Quanto accaduto in Grecia, Bulgaria, Turchia e da ultimo in Libia “è proprio la rappresentazione della portata della minaccia rappresentata dalla crisi climatica: gli effetti sconvolgenti colpiscono tutti, ma per i più fragili diventa una tragica e devastante trappola mortale”. “Ci auguriamo – dice ancora il Wwf – che le aziende italiane che oggi sfruttano le risorse naturali libiche, innanzi tutto gas e petrolio, devolvano tutto il ricavato, almeno dell’ultimo anno, nei soccorsi diretti alla popolazione, affidandoli ad agenzie ONU e ONG attendibili per fare in modo che arrivino davvero alle persone che ne hanno bisogno”.