Da luglio a ottobre, in tre mesi, la bolletta del gas nel mercato tutelato è salita del 39,18%. Dopo un anno di ribassi, in seguito al picco di agosto 2022, si può forse parlare di caro-bolletta considerando che rispetto a ottobre 2020 la tariffa del metano è comunque più cara di quasi il 60%.
Terzo rialzo di fila dunque: dopo il +2,3% comunicato il 4 settembre e il +4,8% stabilito il 3 ottobre, ora Arera ha deciso un +12%. D’altronde il prezzo medio industriale del gas in Italia a ottobre è stato di 43,73 euro per megawattora, ovvero il 18% in più circa rispetto ai 36,66 euro/Mwh di settembre. L’aumento complessivo del 12% per la famiglia tipo a ottobre “è determinato dall’incremento della spesa per la materia gas naturale, +7,9%, e dall’aumento della spesa per il trasporto e la gestione del contatore, +4,1%, quest’ultimo legato all’incremento tipico della stagione invernale degli oneri di stoccaggio per assicurare la piena funzionalità degli stoccaggi nel periodo di maggior utilizzo”, rivela Arera che ricorda come “rimangono invece invariati gli oneri generali” e restano “confermati per ottobre e per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento“.
La risalita delle quotazioni del gas ad Amsterdam, col Ttf che ormai bazzica in zona 50 euro per megawattora, è partita ad agosto con i possibili scioperi in Australia dei lavoratori Chevron negli impianti Gnl in seguito rientrati. Poi la Norvegia ha prolungato più del dovuto la manutenzione alle proprie strutture innervosendo il mercato alla viglia dell’autunno. Da ottobre inoltre, prima la presunta “attività esterna” che ha danneggiato il gasdotto Balticconnector tra Estonia e Finlandia, e dopo la guerra tra Israele e Hamas hanno cambiato il quadro, evidenziando ulteriormente la vulnerabilità delle infrastrutture e dei collegamenti via nave, con le metaniere che devono passare per zone potenzialmente a rischio, vedi canale di Suez o stretto di Hormuz, per approdare in Europa.
“I prezzi europei del gas naturale potrebbero continuare a essere volatili – commenta S&P – guidati da preoccupazioni politiche e da una percezione generale di un aumento del rischio dal lato dell’offerta, nonostante gli elevati livelli di stoccaggio in vista della stagione dei ritiri invernali. Mentre le scorte del gas europeo sono piene per oltre il 99%, il mercato rimane fragile e instabile – conclude S&P – poiché la volatilità dei prezzi rimane guidata dal rischio di fornitura di Gnl e dagli sviluppi geopolitici“. In realtà l’impennata del prezzo è stata anche contenuta grazie a un clima più mite finora in Europa, che ha favorito la produzione di energie rinnovabili, e a una recessione dell’industria: due fattori che riducono sensibilmente la domanda di metano.
Col +12% di ottobre, segnalano le associazioni dei consumatori, l’esborso annuo per una famiglia tipo sale di circa 159 euro, anche se Arera precisa che in termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (novembre 2022 – ottobre 2023) è di 1.457 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 14,4% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (novembre 2021 – ottobre 2022).