Petrolio, gas, litio e soia: Milei prova a salvare l’Argentina con le materie prime

Il Paese ha le seconde riserve mondiali di shale gas e le quarte riserve di petrolio di scisto. Il neo presidente vuole trasferire la maggior parte dell'industria al settore privato.

Javier Milei è diventato presidente dell’Argentina col 56% al ballottaggio di domenica scorsa. Ha vinto in 20 delle 23 province del Paese, compreso nella capitale Buenos Aires. ‘El pueblo’ ha scelto dunque con forza una proposta di cambiamento radicale visto che il programma del candidato venuto dal nulla è quello di tagliare la burocrazia, di “far saltare in aria” la banca centrale per impedirle di stampare più denaro cosa che secondo lui sta guidando la dilagante inflazione Argentina, di abbandonare la valuta del paese – il peso – a favore del dollaro americano e di privatizzare le aziende statali. L’obiettivo dichiarato da Milei è far tornare l’Argentina, dove oltre il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e l’inflazione è al 143%, una potenza mondiale nel prossimo ventennio. Soprattutto grazie a un massiccio sfruttamento delle sue materie prime, energetiche ed agricole.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, l‘Argentina ha le seconde riserve mondiali di shale gas e le quarte riserve di petrolio di scisto a livello mondiale. Nel 2022, l’Argentina ha prodotto 706mila barili al giorno di petrolio e la sua formazione di scisto Vaca Muerta contiene quasi 310 trilioni di piedi cubi di gas naturale. I portabandiera delle ricchezze di idrocarburi dell’Argentina sono le società energetiche statali YPF ed Enarsa. Ecco, Milei vuole trasferire la maggior parte possibile dell’industria al settore privato, anche vendendo il 51% di YPF. Vuole anche stimolare lo sviluppo della capacità di liquefazione per le esportazioni di Gnl, consentire ai produttori di esportare petrolio e gas con contratti a lungo termine ed eliminare le tasse sull’esportazione, così da riallineare i prezzi locali del greggio e dei prodotti con riferimenti internazionali.

Per tornare fra i leader degli idrocarburi e incrementare l’export, comunque,  il vincitore dovrà concentrarsi sull’accelerazione dello sviluppo del giacimento di scisto di Vaca Muerta, sull’aumento della capacità di prelievo, sulla costruzione di terminal per l’esportazione di petrolio e gas e sullo sviluppo di altri giacimenti, secondo Daniel Dreizzen, consulente energetico di Ecolatina ed ex Segretario della Pianificazione Energetica per l’Argentina. S&P Global prevede che gli investimenti upstream raggiungeranno la cifra record di 11 miliardi di dollari nel 2023. Si prevede che le esportazioni di petrolio dell’Argentina triplicheranno fino a raggiungere i 300.000 barili al giorno entro il 2030. “Se le restrizioni all’esportazione, i controlli sui capitali, i controlli sui prezzi dell’energia e i colli di bottiglia nelle infrastrutture verranno completamente rimossi, Vaca Muerta – il più grande giacimento di idrocarburi non convenzionali dell’Argentina – potrebbe produrre un ulteriore 40% in volumi di greggio e un ulteriore 30% in volumi di gas naturale entro il 2030”, dicono gli analisti di S&P. Già ora le esportazioni di energia sono in aumento, anche verso il vicino Cile, riportando un possibile surplus energetico di 4 miliardi di dollari nel 2024. Un guadagno che potrebbe raggiungere i 20 miliardi di dollari entro il 2030.

Milei, orgoglioso di dichiararsi scettico sul clima, ha però promesso che lascerà lo sviluppo dei settori dell’idrogeno verde e delle energie rinnovabili agli investimenti privati. E si concentrerà sulle batterie per le auto elettriche. Secondo l’ US Geological Survey, l’Argentina ha le seconde riserve di litio più grandi al mondo, stimate intorno ai 20 milioni di tonnellate. La produzione interna del metallo di cui c’è disperatamente bisogno per la transizione energetica mondiale sta aumentando e potrebbe raggiungere le 120.000 tonnellate l’anno nel 2024 (da un livello attuale di circa 60.000 t/anno). L’incoraggiamento di Milei agli investimenti del settore privato potrebbe migliorare ulteriormente la situazione con quasi 40 progetti in fase di sviluppo in tre miniere attive.

L’agricoltura tuttavia è ancora il settore chiave dell’economia, afflitta da siccità e deficit alimentare. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, l’Argentina è stato il principale esportatore mondiale di olio di soia e si è classificato al secondo posto nelle esportazioni di farina di soia nella campagna di commercializzazione ottobre 2022-settembre 2023. Il paese è stato anche il quarto maggiore esportatore di mais nei 12 mesi terminati a febbraio, nonché un fornitore chiave di grano e biodiesel. Quest’anno tuttavia le perdite storiche dei raccolti e la crisi economica hanno ridotto il peso dell’Argentina nella catena globale dei cereali e dei semi oleosi, inoltre le maxi svalutazioni del peso e le tasse sull’export hanno spinto fuori mercato venditori e produttori di biocarburante. Milei ha teorizzato in questo senso l’eliminazione delle imposte provinciali, ma la sua attuazione sarà impervia per il poco sostegno politico a livello provinciale e congressuale.

In Argentina il controllo governativo è diviso tra il governo federale e le province: le province concedono permessi, fissano royalties e monitorano la conformità ambientale all’interno dei loro territori, mentre il governo federale stabilisce un codice che fornisce un quadro normativo generale. La battaglia politica, considerando anche la maggioranza risicata che il neo presidente ha a Buenos Aires, potrebbe dunque rallentare qualsiasi riforma.